Agguato in bar a Pescara, un morto e un ferito grave

Le forze dell'ordine sul posto dell'agguato. (ANSA)
Le forze dell'ordine sul posto dell'agguato. (ANSA)

PESCARA. – La tragedia poco prima di cena, all’ora dell’aperitivo in un bar appartato in un luogo tranquillo, all’angolo tra una strada chiusa e la Strada Parco: colpi di pistola all’interno del locale, due uomini che cadono in terra, uno di fatto fulminato sul colpo, l’altro trasportato d’urgenza in ospedale. Le vittime sono italiane, a sparare due uomini, pare, col volto coperto, che fuggono subito dopo. E sono scappati a bordo di uno scooter mentre molti pescaresi attraversavano la Strada Parco per tornare a casa dopo la giornata al mare, subito al di là delle case.

Ha tutta l’aria di una esecuzione, questo nuovo episodio di sangue a Pescara, non nuova a regolamenti cruenti di conti. L’ultimo omicidio risale a Capodanno, ma un altro fatto grave è accaduto ad aprile proprio nella centrale Piazza Salotto con il ferimento grave di un lavoratore di un ristorante.

Le forze dell’ordine e i soccorsi sono stati avvertiti da una dipendente del bar, Bar del Parco, locale dell’aggressione, che si è nascosta sotto ad un tavolo e ha contattato il 118 parlando sottovoce. Affatto chiare le prime caotiche ricostruzioni: alcuni testimoni parlano di una dinamica brutale e concitata.

“Scappate scappate stanno sparando a tutti”. E’ quanto urlato, secondo le testimonianze raccolte dall’ANSA sul posto, da alcuni ragazzi che si trovavano casualmente nei paraggi e si sono dati alla fuga dopo la sparatoria. Un fuggi fuggi, con gente nascosta dietro i muri. Non è chiaro al momento se gli aggressori fossero uno o due. Sembra invece certo che chi ha sparato era completamente vestito di nero e con casco integrale, ed è fuggito sulla moto per via Ravasco.

Sul luogo della sparatoria è arrivato anche il capo della Procura di Pescara Giuseppe Bellelli assieme al sostituto titolare dell’inchiesta Andrea Di Giovanni, assieme al questore Liguori e il sindaco Carlo Masci, oltre ai titolari dell’inchiesta, il pm Andrea Di Giovanni

(di Lorenzo Dolce/ANSA)

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