Colombia, Onu: “Impatto devastante” da violenza in crescita

Paramilitari colombiani.

ROMA.  – I crescenti livelli di violenza perpetrati da gruppi armati non statali e organizzazioni criminali nella Colombia rurale stanno avendo un impatto devastante, soprattutto su donne e bambini, popolazioni indigene, afrodiscendenti, leader di comunità e difensori dei diritti umani.
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Lo denuncia un rapporto dell'Ufficio per i diritti umani dell'Onu, esortando il governo entrante di Gustavo Petro, che entrerà in carica il 7 agosto, a dare priorità alla lotta contro questa violenza.

Il documento riporta che nel 2021 l'ufficio Onu per i diritti umani in Colombia ha verificato gli omicidi di 100 difensori dei diritti umani. Tra il 1 gennaio e il 30 giugno di quest'anno, l'ufficio ha ricevuto informazioni su 114 omicidi di difensori dei diritti umani, di cui 22 casi sono stati finora verificati.

Il rapporto – riferisce una nota – sottolinea che dalla firma degli accordi di pace con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) nel 2016, il Paese ha mostrato una drástica diminuzione della violenza: secondo l'ong Indepaz, gli omicidi sono passati da 12.665 nel 2012 a 1.238 nel 2016. Ma negli ultimi due anni gruppi armati non statali e organizzazioni criminali hanno ampliato la loro presenza in varie regioni della Colombia.

Tra le raccomandazioni, il rapporto indica che lo smantellamento dei gruppi armati deve essere una priorità per il governo, mentre gli atti di violenza devono essere indagati in modo efficace e i loro autori devono essere puniti. Il documento invita inoltre il prossimo governo a garantire la piena attuazione dell’accordo di pace.

“È dovere dello Stato proteggere la popolazione dalla violenza e farlo nel rispetto del diritto internazionale dei diritti umani. Per questo esortiamo il governo ad adottare politiche pubbliche per rispondere efficacemente alla violenza e prevenirla “, ha affermato l’alto commissario Onu per i diritti umani Michelle Bachelet.

Mentre, la giurisdizione speciale per la pace (Jep) della Colombia ha accusato 10 militari dell’Esercito di crimini di guerra e crimini contro l’umanità per le uccisioni e le sparizioni di 46 persone nel dipartimento di Antioquia tra il 2002 e il 2006 presentate come “falsi positivi”, come vengono definiti gli omicidi extragiudiziali di civili innocenti fatti passare per guerriglieri morti in combattimento, nel quadro del conflitto armato colombiano. Lo riporta il sito dell’emittente radio Caracol.

Le accuse giungono a seguito delle indagini svolte finora sul caso del cimitero Las Mercedes a Dabeiba, dove la Jep sta studiando 508 possibili morti violente che potrebbero essere ricondotte a esecuzioni extragiudiziali commesse tra il 1995 e il 2008. I 10 imputati devono rispondere di 23 azioni criminali in cui le 46 vittime sono state presentate come guerriglieri uccisi in combattimento. Di queste, 29 persone sono state sepolte nel cimitero di Dabeiba, 16 a Ituango e una a Carepa.

La Giurisdizione Speciale per la Pace ha sottolineato che quello del cimitero Las Mercedes è un caso particolare, perché a differenza di altre accuse mosse in altre regioni, non ci sono precedenti indagini di giustizia ordinaria sulla vicenda, e i casi di “falsi positivi” sono stati verificati dopo le testimonianze di membri dell’Esercito.

L’Unità investigativa e d’accusa della Jep ha effettuato quattro interventi nel cimitero a Dabeiba che hanno consentito di rinvenire 75 reperti forensi. Finora, dalle analisi di medicina legale è stato possibile identificare 8 corpi che sono stati consegnati alle loro famiglie.

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