Truss prende il largo per il dopo Boris, Sunak alza i toni

Rishi Sunak e Liz Truss. (ANSA)

LONDRA.  – “Gloves are off”, i due contendenti nella sfida finale per la leadership conservatrice e la carica di nuovo premier britannico si tolgono i guantoni, come recita l’espressione inglese usata dai media del Regno Unito, e si affrontano senza esclusione di colpi.

É quello che è successo lunedì sera tra l’ex Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, e la ministra degli Esteri, Liz Truss, nel corso di un acceso primo dibattito tv in onda sulla Bbc in cui davanti a circa 3,5 milioni di telespettatori non si sono risparmiati attacchi personali e velenose frecciate sulle scelte compiute in passato.

Se Truss da giorni continua a prendere il largo su Sunak, come emerge dai sondaggi fra gli iscritti Tory che dovranno col loro voto indicare il successore di BoJo a Downing Street, all’ex ministro del Tesoro non resta che inseguire e attaccare, diventando anche aggressivo. La proposta di Truss di un taglio immediato delle tasse per alleviare le difficoltà dei britannici è stata bollata da Sunak come “non responsabile” per le possibili conseguenze negative sui conti pubblici.

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E punto su punto l'ex cancelliere ha cercato di mettere in difficoltà la ministra oltre a interromperla più volte, finendo per essere accusato di “mansplaining”, termine che indica le spiegazioni paternalistiche non richieste fatte da uomini a donne. Nel dibattito la titolare del Foreign Office è apparsa più calma e ha replicato all'avversario: "Se seguiamo i piani di Rishi siamo diretti verso una recessione". Ha anche respinto le accuse di non essere affidabile per essere stata in passato una sostenitrice della campagna Remain rispetto alla permanenza della Gran Bretagna nell'Ue per poi ritrovarsi nell'esecutivo che ha portato a termine la Brexit.

Altre scintille ci sono state sulle reciproche accuse riguardanti una presunta línea soft sulla Cina e sul rapporto con Johnson, che vede Truss rappresentare una forte continuità rispetto al passato: non a caso lei gode del sostegno di buona parte della destra interna e degli orfani più oltranzisti del premier uscente. Secondo il sondaggio spot fatto da Opinium subito dopo il dibattito, il 39% dei telespettatori ritiene che abbia prevalso l'ex Cancelliere dello Scacchiere mentre per il 38% Truss.

Ma il risultato più significativo emerge da una rilevazione di YouGov: per il 50% dei 507 membri del partito conservatore sentiti la ministra ha avuto la meglio, contro il 39% di chi si è dichiarato in favore di Sunak. La partita però non è certo decisa. Oltre ai due confronti tv fissati per questa settimana, giovedì iniziano anche i comizi di fronte agli attivisti del partito di maggioranza, nell'ambito di un giro in 12 tappe – la prima a Leeds – in diverse località dell'isola. Mentre dalla settimana prossima e fino al 2 settembre gli iscritti potranno iniziare a votare per posta.

Fase a cui seguirà lo spoglio con l'annuncio del risultato atteso lunedì 5 settembre, nel giorno della riapertura post estiva del Parlamento, e il passaggio di consegne formale a Downing Street entro martedì 6. A questo punto Sunak deve cercare di risalire la china se vuole diventare il primo capo del governo di origini indiane nella storia britannica, in una sfida per la leadership che in generale non desta grande interesse.

Come confermano sia gli indici di ascolto dei dibattiti tv sia i dati di consenso dei due contendenti, inferiori a quelli di Johnson nell'elettorato Tory secondo un sondaggio di Sky News. Si allunga così l'ombra del premier uscente sulla corsa a due con le speculazioni su un suo improbabile ritorno, fra l'altro smentite da Downing Street.

Circola anche una petizione dimostrativa, che avrebbe raccolto più di 10 mila firme fra gli iscritti al partito di governo, in cui si chiede che Johnson partecipi come terzo contendente al voto finale tra Sunak e Truss.

(di Alessandro Carlini/ANSA).

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