Mare e piscina, da Iss e Oms regole per sicurezza

Intervento di bagnini e squadre di salvataggio sulla spiaggia.
Intervento di bagnini e squadre di salvataggio sulla spiaggia.

ROMA. – Refrigerio dal caldo ma anche un pericolo da non sottovalutare. Che si tratti di quella del mare, della piscina o persino di una bacinella, l’acqua, è tra le prime cause di morte sotto i 24 anni. E a morire annegati, nel mondo, sono ogni anno, oltre 236.000 persone, molto spesso bambini.

In occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione degli Annegamenti, molte città vedono i monumenti illuminarsi di blu, mentre, in vista dell’esodo estivo di fine luglio, dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) arrivano i consigli per affrontare mare e piscina in sicurezza.

In primis sorveglianza a vista da parte degli adulti e non sottovalutare il pericolo, che può nascondersi in pochi attimi di distrazione. Tra il 2015 e il 2019 ci sono stati, in Italia, oltre 2mila casi di incidente in acqua, di cui 1.209 fatali e il 14% ha riguardato bimbi. Per prevenirli, ricorda l’Iss in un opuscolo, ci sono alcune cose da tenere sempre a mente: un bambino può trovarsi in difficoltà anche in pochi centimetri di acqua e sono sufficienti dai 3 ai 6 minuti per annegare.

Inoltre, chi sta annegando non riesce a gridare per chiedere aiuto. Per questo bisogna sempre “vigilare in maniera efficace e trovarsi a portata di mano in caso si debba intervenire”. Se c’è urgenza di allontanarsi, chiedere “a un adulto di mantenere il contatto visivo”, mai “ad un altro bambino, seppure più grande”. I bimbi, poi, vanno sorvegliati a vista anche fuori dall’acqua. Non vanno lasciati soli “neanche per pochissimo tempo” se nei pressi ci possono essere piscine gonfiabili, vasche da bagno, tinozze, laghetti, canali.

In generale, quando non in uso, le piscine gonfiabili vanno svuotate, mentre quelle grandi vanno sempre recintate con tanto di cancello auto-chiudente o, in alternativa, coperte con appositi teli. Mai lasciarci giocattoli a galleggiare, che possono attirare l’attenzione dei più piccoli. Infine, è utile iscrivere i bimbi a corsi di nuoto, ma non bisogna dimenticare che gli incidenti in acqua possono accadere anche a chi sa nuotare e, nella maggior parte dei casi, a esserne vittima sono gli adulti, perché colpiti da malore, caduti in acqua o per condizioni avverse del mare.

Più del 90% degli annegamenti, ricorda l’Oms, si verifica nei paesi a basso o medio reddito, e sono spesso legati ad attività quotidiane. Ma tra le cause vi sono anche eventi metereologici estremi. Spetta ai governi promuovere “nozioni di salvataggio e rianimazione” e “misure per ridurre il rischio di alluvioni”. Ma chiunque “può fare qualcosa” sottolinea l’Oms, che invita tutti ad agire, anche condividendo consigli sulla sicurezza.

(di Livia Parisi/ANSA)

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