I giorni più caldi, l’Italia il Paese con più incendi

Pompieri cercano di domare un incendio
Pompieri cercano di domare un incendio. (Photo by Aris Oikonomou / AFP)

ROMA. – Mentre il Paese è stretto nella morsa del caldo torrido, con il tasso di umidità che sale e la colonnina di mercurio che arriva anche a oltre 40 gradi, l’Italia raggiunge un primato per nulla invidiabile: nel 2021 è stato il primo paese in Europa e il secondo al mondo per numero di incendi registrati, 1422, per un totale di 160.000 ettari di superficie bruciati. Si tratta del numero più alto registrato nell’ultimo decennio.

Nell’ultimo mese poi gli interventi dei vigili del fuoco sono stati 33 mila, 4mila in più dello scorso anno. E le aspettative per il 2022 non sono migliori: “Ci aspettiamo dati peggiori anche per quest’anno”, ha spiegato Chiara Cadeddu, ricercatrice dell’Università Cattolica di Roma. Chi sperava in un fine settimana con temperature estive sì ma non roventi non sarà accontentato.

Il weekend si preannuncia bollente soprattutto in Pianura Padana, al Centro e in Puglia, dove sono attese notti tropicali. Ma le cose potrebbero cambiare da martedì, quando aria più fresca dal Nord Europa potrebbe riuscire a indebolire lo scudo anticiclonico, specie sulle regioni settentrionali. E potrebbero arrivare temporali. Tra gli effetti del caldo torrido anche il rallentamento dei treni della linea 2 della Metropolitana milanese imposto dai protocolli di sicurezza.

Nel porto di La Spezia un locomotore è deragliato per i binari deformati. Torna a bruciare Roma: dopo i roghi, alcuni col sospetto di dolo, delle scorse settimane le fiamme sono comparse alla pineta di Castelfusano nei pressi di un camping. Va meglio nel Carso, devastato dagli incendi, dove, dopo due giorni di stop è tornato alla normale attività lo stabilimento Fincantieri di Monfalcone (Gorizia) ed è ripresa anche la circolazione ferroviaria.

Tutto il centro Sardegna, il Campidano e parte della costa orientale dell’isola è a rischio “alto” per incendi. Roghi anche nel ternano e in Alto Adige. La morsa della siccità, in questa situazione, non molla la presa. Continua ad essere preoccupante la portata del Po, stimata nella sezione di Pontelagoscuro (Ferrara) a chiusura di bacino, pari a circa 114 metri cubi al secondo e quindi in costante diminuzione.

Condizioni di siccità idrologica estrema caratterizzano anche le altre sezioni principali del fiume e buona parte dei suoi affluenti. Le portate risultano al di sotto dei minimi storici. Non solo, il mare continua a invadere il fiume più lungo d’Italia: la stima di risalita del cuneo salino nei rami del Delta è in aumento, con i rami del Po di Tolle, Maistra e Gnocca totalmente interessati dall’intrusione. Per il Po di Goro e il Po di Pila la lunghezza di intrusione in condizioni di alta marea è pari a 39 km e 36 km dalla costa.

Anche la riserva di acqua disponibile nei grandi laghi è in costante diminuzione. I livelli di invaso del Lago di Como e del Lago d’Idro sono pari ai limiti di regolazione, il lago Maggiore ha un riempimento solo del 16% e -19 centimetri all’idrometro di Sesto Calende. Lago di Garda in diminuzione, con un riempimento sceso al 33%. Il caldo flagella i raccolti, e dove non li compromette li anticipa.

Quest’anno la vendemmia in Emilia-Romagna, con lo stacco dei primi grappoli di uve precoci per le basi spumante, sarà intorno al 10 agosto. Giornate difficili per il caldo anche nel resto d’Europa: la Spagna, che ha da poco superato l’ondata di calore, conta mille morti, i Balcani registrano picchi di 44 gradi, il Dipartimento della Gironda, in Francia, è martoriato dagli incendi.

(di Simona Tagliaventi/ANSA)

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