In India la prima presidente di origine tribale

La presidenta eletta di India Draupadi Murmu, di origine tribale.

NEW DELHI.  – L’hanno festeggiata ancor prima che lo spoglio dei voti terminasse: Droupadi Murmu, ex governatrice dello stato del Jarkhand, di origine tribale, dal 25 luglio sarà la nuova inquilina di Rashtrapati Bhawan, il sontuoso palazzo al centro di Delhi dove risiede il presidente della Repubblica indiana.
La sessantaquattrenne politica, candidata dal partito del premier, è uscita oggi trionfante con il 64,3 per cento dei voti, una percentuale ancora più alta del supporto già apertamente dichiarato in precedenza. Un successo che si debe non solo all’appartenenza politica, ma anche alle caratteristiche personali di questa “figlia dell’India più autentica”, una figura schietta che un mese fa, all’annuncio della candidatura, aveva raccontato ai media di averla appresa dal telegiornale.

La vera forza della Murnu non sta nell’essere una donna  (l’India ha già avuto una presidente, Pratibha Patil, dal 2007 al 2012) ma nell’essere la prima esponente di una comunità tribale a raggiungere la più alta funzione del Paese.

Murmu è una ex insegnante nata 64 anni fa nello stato dell’Odisha, da genitori Santhal, la terza comunità tribale più numerosa del Paese. I tribali, 84 milioni circa, suddivisi in quasi 700 gruppi, sono riconosciuti ufficialmente dalla legge indiana ma restano fortemente marginalizzati, socialmente, economicamente e culturalmente. Le loro comunità sono quasi sempre povere, in villaggi remoti, dove l’accesso ai servizi sanitari e all’istruzione resta un miraggio.La nuova presidente ha vissuto personalmente quelle difficoltà: figlia del capo del villaggio, per studiare ha dovuto trasferirsi, bambina, in un collegio di Bubaneshwar, la capitale del suo Stato d’origine.

Prima di entrare in politica, nel 1997, quando venne eletta nel consiglio del distretto, Murnu è stata impiegata in un ufficio pubblico, ha fatto l’insegnante e l’assistente sociale. La sua diffusa popolarità si deve anche alle tragedie che hanno segnato la sua vita recente: sposata con un impiegato di banca, madre di tre figli, tra il 2009 e il 2015 Droupadi prima è rimasta vedova, poi ha perso entrambi i figli maschi, uno in circostanze mai chiarite, l’altro in un incidente stradale.

Ha creato empatia tra gli indiani la grinta con cui questa donna ha affrontato le difficoltà, anche attraverso le tecniche del Brahma Kumaris, il movimento di meditazione cui è affiliata, e la frequentazione assidua di un ashram a Mount Abu, in Rajastahan.

Gli oppositori hanno criticato la sua candidatura definendola strumentale e di facciata, e ricordando che in Jarkhand, dove è stata governatrice fino all’anno passato, ha dovuto ritirare due provvedimenti, proprio per le contestazioni dei tribali. Ma in tanti hanno salutato il suo successo come tutt’altro che simbolico: Droupadi Murnu ha dimostrato che è possibile ottenere legittimazione nel sistema politico nazionale partendo da un villaggio. E per lo sterminata moltitudine dei milioni di indiani tuttora emarginati, il suo è un successo da festeggiare.

(di Rita Cenni/ANSA).

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