Coronavirus Italia: casi in calo del 13%. Salgono morti e ricoveri

Medici e infermieri nell'unità di terapia intensiva dell'ospedale di Casal Palocco, vicino Roma..
Medici e infermieri nell'unità di terapia intensiva dell'ospedale di Casal Palocco, vicino Roma.. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Dopo 5 settimane di aumento, curva dei contagi Covid in discesa con una riduzione del 13% in sette giorni rispetto ai sette giorni precedenti, da 728.700 a 631.700 (con una media di 90 mila al giorno). Ancora, però, in aumento i decessi (+18,9%, 823 a fronte di 692 in una settimana), i ricoveri (+13%), e le terapie intensive (+10% in una settimana ma sempre sotto soglia). Un quadro fornito dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe per il periodo 13-19 luglio.

Intanto nelle ultime 24 ore i nuovi casi rilevati nel bollettino quotidiano del ministero della Salute sono 80.653 contro gli 86.067 delle 24 ore precedenti. Le vittime sono 157, stesso numero del bollettino del giorno prima (ma con 6 casi conteggiati dalla regione Sicilia riferiti ad un periodo precedente). Tasso stabile intorno al 22% con 366mila tamponi. Restano a 410 i pazienti ricoverati in terapia intensiva mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 10.984 (53 in meno).

Ma nuovi segnali si affacciano sull’andamento della curva. Dopo avere superato il picco della percentuale di positivi ai test molecolari, mette in evidenza nella sua analisi il matematico Giovanni Sebastiani dell’ Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), in alcune regioni la curva frena la discesa e in altre mostra segni di stasi. È diventata lineare in Toscana e Campania, o in una fase di stasi, come nel Lazio e nelle Marche”, mentre in Calabria inverte la tendenza e riprende a crescere.

E, dice Sebastiani: “se fosse ancora attiva la classificazione delle regioni in colori, la Calabria sarebbe in zona gialla, avendo un’occupazione dei reparti ordinari al 34% circa e delle terapie intensive all’11% circa. Per fortuna, la prima curva ha diminuito la velocità con cui cresce, mentre la crescita rimane lineare per quella delle terapie intensive”.

A livello nazionale, nei reparti ordinari picco atteso “fra 3-4 settimane” mentre nelle terapie intensive “entro 12 giorni”. Crescita lineare sui decessi, afferma Sebastiani. Da qui, rileva, “l’importanza di fare la quarta dose del vaccino anti Covid-19 per le categorie fragili, in primis per gli anziani”.

Quarta dose che in Italia registra una “impennata” anche se ancora le somministrazioni sono lontane dal target stabilito di 100mila dosi al giorno: +190% in 7 giorni rileva la Fondazione Gimbe sottolineando che al 20 luglio risultano 1.303.485 quarte dosi con una media di 31.686 somministrazioni al giorno (erano 11.000 la scorsa settimana).

Il milione e mezzo di italiani contagiati “potrebbero essere in realtà almeno il doppio” evidenzia il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, con un “verosimile aumento dei ricoveri” nelle prossime settimane e una curva dei nuovi casi che mostrerebbe una discesa più lenta del previsto.

Nonostante i casi siano in flessione, avverte Gimbe, in 62 province l’incidenza supera ancora i 1.000 nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti. E in 6 regioni si registra un incremento percentuale che va da +0,6% delle Marche a +28,6% della Val D’Aosta, mentre in 15 una diminuzione da -0,6% del Piemonte a -18,8% della Campania.

Infine arrivano novità sull’efficacia del vaccino sui più piccoli, dai 5 agli 11 anni. In uno studio condotto a Singapore e pubblicato sul New England Journal of Medicine, la somministrazione evita l’ 82,7% di ricoveri da Omicron.

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