La Camera Usa blinda le nozze gay dalla Corte Suprema

Due coppie dello stesso sesso si baciano dopo la cerimonia del matrimonio in Taiwan.
Due coppie dello stesso sesso si baciano dopo la cerimonia del matrimonio. Immagine di archivio .(ANSA/AP Photo/Johnson Lai)

NEW YORK.  – La Camera americana blinda le nozze gay dagli attacchi della Corte Suprema targata Donald Trump. E approva – grazie anche al sostegno di 47 voti repubblicani – un provvedimento che riconosce i matrimoni fra lo stesso sesso a livello federale.

Joe Biden plaude all’iniziativa ma non è ancora chiaro se la misura avrà i voti necessari per essere approvata in Senato, dove i democratici non hanno la maggioranza.

Il provvedimento è una risposta diretta alla decisione della Corte Suprema di abolire il diritto all’aborto a livello federale e soprattutto all’opinione espressa in quell’occasione da Clarence Thomas. Lodando la svolta sulle interruzioni di gravidanza tramite l’abolizione della sentenza Roe v. Wade, il più conservatore dei saggi si era infatti spinto a dire che altre decisioni simili della Corte dovevano essere riviste e rivalutate. Fra queste la Obergefell v. Hodges, che nel 2015 ha stabilito il diritto delle coppie gay a sposarsi.

Per evitare un simile attacco, la Camera a maggioranza democratica è passata all’azione ottenendo anche l’appoggio di molti nel partito repubblicano dove, dopo anni di conservatorismo sociale, qualcosa sembra muoversi. I due leader della destra alla Camera, Kevin McCarthy e Steve Scalise, hanno votato contro la misura che riconosce le nozze gay a livello federale. Ma il numero tre dei conservatori, Elise Stefanik, ha votato a favore insieme alla deputata del Wyoming Liz Cheney.

“La Corte Suprema, nel capovolgere” la storica sentenza sull’aborto, ha detto “chiaramente che il diritto alla privacy, incluso quello di sposare chi si ama, è a rischio. 47 repubblicani e tutti i democratici della Camera hanno compiuto un importante passo per codificare in legge il diritto di tutti gli americani” a sposare chi vogliono, ha commentato soddisfatto il presidente americano. Ma la strada in Senato per la misura in difesa dei matrimoni fra lo stesso sesso non è in discesa.

Il leader dei democratici Chuck Schumer ha detto di voler portare il provvedimento in aula ma per avviare il dibattito ha bisogno di 60 voti, ovvero del sostegno di 10 repubblicani che al momento non ci sono. Schumer però non intende mollare, soprattutto per motivi elettorali. La conta in Senato – è la sua idea – consente infatti ai liberal di mostrare agli elettori chi vuole e chi non vuole difendere i loro diritti. E in vista del voto di novembre, al quale si presentano sfavoriti, i democratici hanno bisogno di portare dalla loro parte il maggior numero di americani possibile.

(di Serena Di Ronza/ANSA).

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