Estate: 34,5 milioni di italiani in vacanza, ma pesano i rincari

Riccione, mamma e bambina sulla passerella per la spiaggia.
Riccione, mamma e bambina sulla passerella per la spiaggia.

ROMA. – Un’estate a due velocità, con 34,5 milioni di italiani pronti a fare la valigia per le vacanze, ma anche alle prese con il caro prezzi. E con il 43% dei nostri connazionali che resterà a casa per motivi economici. Sono le previsioni di Federalberghi, che stima nel 63% dei casi un periodo di riposo dalle 4 alle 7 notti, una spesa da 946 euro a persona e un giro d’affari complessivo da 32,6 miliardi.

Flussi in crescita, ritorno degli stranieri e riscatto delle città d’arte anche nella fotografia scattata da Isnart-Unioncamere, che pure segnala le preoccupazioni per la ripresa del Covid, per il conflitto in Ucraina e per l’inflazione.

Peraltro, secondo il Codacons, ci aspettano le vacanze più care degli ultimi 30 anni: i voli nazionali costano un terzo in più rispetto al 2021 (+33,3%), le tariffe dei voli internazionali sono più che raddoppiate (+124,1%) e quelle dei voli europei salgono del +139%. Senza contare il caro carburanti (benzina +23%, gasolio +31,5%) e gli aumenti dei costi di traghetti (+18,7%), pernottamenti (+22%) e stabilimenti balneari (tra 5 e 15% in più).

Secondo Federalberghi, saranno 34,5 milioni gli italiani che hanno trascorso o trascorreranno una vacanza durante l’estate. La maggioranza (62,7%) passerà da 4 a 7 notti fuori casa o farà vacanze più lunghe (31,4%); il 4,6% non andrà oltre il week end. Trionfa ancora la vacanza di prossimità: il 90% rimarrà in Italia, scegliendo il mare (74,6%), seguito dalla montagna (11,6%) e dalle città d’arte (5,8%). Anche chi andrà all’estero (9,8%) è attratto da mete marine (78,1%), soprattutto in paesi vicini: solo il 17,3% non si sente condizionato dalla guerra in corso.

L’albergo rimane la scelta privilegiata (26,2%), seguito dalla casa di parenti o amici (21,4%), dalla casa di proprietà (15,6%), dal b&b (14,5%) e dalla casa in affitto (12,9%). Il mese più gettonato resta agosto (74,8%). Quasi metà della popolazione, però (41,7%), rimarrà a casa, principalmente per motivi economici (43%), motivi familiari (22,1%), problemi di salute (17,5%), perché si andrà in vacanza in un altro periodo (8,1%), per paura di nuovi contagi (7,6%), timori legati ad attentati o terrorismo (6%) e impegni di lavoro (5,4%).

“Siamo di fronte ad una ripartenza forte, oserei dire violenta”, commenta il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. “I dati ci confermano cli italiani hanno riscoperto l’Italia. E ci rivelano anche che l’albergo è in pole position tra le soluzioni scelte in merito ai pernottamenti”. Ma “fa male constatare che il 43% dei nostri concittadini abbia dovuto decidere di restare a casa per difficoltà finanziarie”.

Anche Isnart-Unioncamere intercetta la ripresa del settore: a giugno è cresciuto del 26% il numero delle camere vendute rispetto al 2021, raggiungendo il 50%, un valore vicino a quello registrato nel 2019. Da luglio a settembre si prevede un assorbimento pari al 48% delle camere disponibili, con un picco ad agosto del 62% di prenotazioni già effettuate, contro il 33% dell’anno scorso.

Se è il mare a dominare le preferenze (con il 71,2% delle camere già prenotate per agosto), il trend è positivo anche per la montagna (51,7% delle camere prenotate a luglio e 61,9% ad agosto) e soprattutto respirano le città d’arte, messe in ginocchio dalla pandemia, con prenotazioni pari a poco più della metà delle camere disponibili per luglio (54,5%) e di poco inferiori ad agosto (45,7%), contro appena il 18% del 2021.

Altro segnale positivo, il ritorno degli stranieri, in particolare dei tedeschi (+31,9% sul 2021), mentre trovano conferma e potenziale di crescita i flussi da Svizzera, Austria, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito. In calo, invece, le prenotazioni dalla Russia. Resta però il nodo dell’aumento dei prezzi: per il 65,5% degli operatori uno dei principali problemi è la definizione del prezzo del servizio offerto a fronte dell’aumento dei costi e il 41% degli imprenditori teme di chiudere il bilancio in perdita. Altra criticità, il reperimento del personale, un problema per il 27,6% degli operatori.

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