Via libera alla legge sulla ‘memoria democratica’ in un Congresso diviso

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MADRID — Via libera in Spagna alla nuova legge sulla ‘Memoria Democratica’. Il voto favorevole del Congresso dei deputati spiana la strada a una norma con diverse misure proposte in favore delle vittime del franchismo: tra altre cose, il testo dichiara “illegale il regime sorto dal conflitto militare” iniziato con il “colpo di stato militare” del 1936 e attribuisce direttamente allo Stato la responsabilità di cercare le migliaia di ‘desaparecidos’ ancora sepolte in fosse comuni anonime dai tempi della dittatura. 

La norma, promossa dal governo e in particolare dal ministro della Presidenza Félix Bolaños — braccio destro del premier Pedro Sánchez —, è stata approvata con 173 voti a favore, 159 contrari e 14 astensioni: le divisioni sulla bontà della legge messe in luce dal Congresso rispecchiano quelle emerse nel dibattito pubblico che ha anticipato il voto di oggi, con critiche provenienti da più fronti. 

Il progetto di legge, una delle iniziative considerate più importanti dal governo di centro-sinistra attuale (Partito Socialista-Unidas Podemos), è stata elaborata anche per migliorare la norma sulla Memoria Storica approvata nel 2007 sotto il mandato di José Luis Rodríguez Zapatero. “Questa è una giornata importante in questa Camera – ha affermato in Aula Bolaños – perché la memoria è un diritto dei cittadini e, soprattutto, delle vittime”.

Uno degli obiettivi principali del testo è proprio quello di avanzare nel processo di “risarcimento” alle vittime del franchismo e consolidare “le garanzie di non ripetizione” di quel periodo storico. Altri provvedimenti inclusi nel testo sono la proibizione dell’apologia del franchismo e l’annullamento delle sentenze emesse da tribunali del regime.

Tra i critici della norma ci sono anche personalità del partito socialista come l’ex premier Felipe González, il quale si è aggiunto all’opposizione nel biasimare il fatto che, per avere appoggi sufficienti alla legge, il governo ha raggiunto un accordo con Eh Bildu, coalizione di movimenti separatisti baschi.

La parte del testo accordata con questa formazione prevede che, entro un anno, il governo dovrà designare “una commissione tecnica per preparare uno studio sui presupposti di violazione dei diritti umani delle persone per la loro lotta per il consolidamento della democrazia, dei diritti fondamentali e dei valori democratici” nel periodo compreso tra l’entrata in vigore della Costituzione del 1978 e il 31 dicembre 1983″. In altre parole, si tratta della fase della cosiddetta Transizione, un periodo storico che ancora oggi crea divisioni interpretative nella società e nella politica spagnola.

Al momento del voto odierno, il cui risultato è stato accolto da un lungo applauso della parte del Congresso favorevole alla legge, Sánchez era presente in Aula. “Guardare al passato è la ricetta migliore per non commettere gli stessi errori. Perché le vittime di periodi precedenti hanno bisogno di giustizia e risarcimento. Avanziamo in una società più democratica, con più memoria”, ha twittato in serata.

Redazione Madrid

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