Cultura: pandemia spazza via 55mila posti di lavoro

Sala di un cinema.

ROMA.  – Cinquantacinque mila posti di lavoro in fumo in due anni. É il conto, salatissimo, che il settore cultura in Italia ha pagato alla pandemia.
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Più del triplo di quanto accaduto nell’occupazione totale (6,7% contro il 2,4%). E se in alcuni settori, come il turismo, ma anche i libri o il teatro, il peggio sembra essere passato con l’arrivo del 2022 che ha portato numeri in ripresa, alcuni cambiamenti d’abitudine dei giorni più bui del Covid sembrano continuare a colpirne altri.

È la fotografia dell’Italia scattata dal 18/o Rapporto Annuale Federculture “Lavoro e innovazione: le strategie per crescere”, illustrato oggi alla presenza del ministro della cultura Dario Franceschini per fare il punto su due anni di pandemia, con focus sul tema occupazione.
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"Tutti i grandi eventi traumatici, come le epidemie o le guerre, producono mutazioni che richiedono nuove interpretazioni e strategie per crescere", riflette l'assessore alla cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor. E i numeri del Rapporto, racconta il direttore di Federculture Umberto Croppi, nel bienio 2019-2021 segnano nell'Italia della cultura un crollo della spesa e della fruizione soprattutto nei campi dello spettacolo dal vivo (cinema, teatri e concerti, tutte attività da svolgere fuori casa) pari al 75% e 80%. Per musei, mostre e affini si parla di un calo del 26,6% e del 72%.

Intanto la spesa media di ogni famiglia in ricreazione, spettacoli e cultura nel 2021 si attesa sui 99 euro: un valore che cresce del 6% rispetto al 2020 (quando era 93,4 euro), ma che resta tra gli incrementi più bassi dei vari capitoli di spesa non alimentare.

"Ma l'anno peggiore è il 2021, non il 2020", dice ancora Croppi, sottolineando però come l'alba del 2022 faccia però ben sperare.

A partire dal settore che più era stato paralizzato dalla pandemia, come il turismo che nei primi tre mesi dell'anno ha contatto il +944% di arrivi internazionali e +137% italiani.

C'è poi il successo delle domeniche gratuite nei musei che in sole tre giornate (maggio-giugno-luglio) hanno riportato nei siti statali oltre 400.000 mila visitatori, o il Salone del Libro di Torino che ha avuto il record di presenze nell'edizione 2022 con più di 168 mila ingressi, ma anche il dato del Bonus Cultura per i diciottenni che, ancora in corso, conta 396.651 registrazioni per un valore di 65,7 milioni di euro che i giovani spendono in libri, concerti, musica, cinema.

Dati comunque ancora "durissimi", chiara "eredità della pandemia", commenta il Presidente Federculture, Andrea Cancellato, offrendo "collaborazione epr nuove proposte" e invocando "un intervento choc: un'azione che sappia far "saltare" il paradigma del consumo e della partecipazione culturale così come lo conosciamo. Noi abbiamo proposto la defiscalizzazione del consumo culturale, in analogia con le spese mediche e farmaceutiche – dice – ma anche il Fondo di garanzia per la Cultura, subito recepito dal Ministero e che anzi verrà rinnovato a settembre".

"La riforma fatta, l'aumento delle risorse il grande investimento sul Pnrr sono la dimostrazione di una rinnovata centralità della cultura nel nostro Paese – riflette il ministro della cultura, Dario Franceschini – Sul futuro sono ottimista: non si tornerà indietro. Cambieranno i governi, i colori, i ministri – dice – ma non questo. Ormai abbiamo la consapevolezza che investire in cultura vuol dire creare posti lavoro, crescita economica sostenibile e anche aiutare l'export".

(di Daniela Giammusso/ANSA).

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