Italiani non sprecano gas e acqua, temono clima e smog

Un rubinetto aperto.

ROMA.  – Italiani molto attenti a non sprecare energia e acqua, già da qualche anno in verità e non solo ora che c’è un’emergenza, e molto preoccupati da cambiamento climatico, inquinamento dell’aria, produzione e smaltimento dei rifiuti.

Temi ambientali che, anche per i movimenti di protesta e la maggiore risonanza mediatica, dal 2019 hanno trovato maggiore attenzione e sensibilità. Lo dice l’Istat nel rapporto “Preoccupazioni ambientali e comportamenti ecocompatibili” relativo al 2021.

La conservazione delle risorse naturali dal 2019 è un tema che tocca oltre la metà degli italiani: il 67% degli intervistati ha detto di fare abitualmente attenzione a non sprecare energia, circa il 65% a non sprecare l’acqua.

Nella classifica delle “preoccupazioni ambientali”, dopo clima (52,2%), smog (51,5%) e rifiuti (44,1%), ci sono inquinamento delle acque (40,1%), effetto serra e buco nell’ozono (34,9%), estinzione di alcune specie (25,7%), catastrofi provocate dall’uomo (23,3%), inquinamento del suolo (22,9%), dissesto idrogeologico (22,4%), distruzione delle foreste (22,3%), esaurimento delle risorse (19%9), rovina del paesaggio (12,4%), inquinamento acustico (12,3%) ed elettromagnetico (11,1%).

L’istituto di statistica spiega che nel lungo periodo cala la preoccupazione per l’effetto serra (nel 2021 preoccupa il 34,9% delle persone di 14 anni e più rispetto al 57,9% del 1998) mentre aumenta quella per i cambiamenti climatici con il 52,2% della popolazione (36,0% nel 1998) e più nel Nord-est che al Sud.

La qualità dell’aria è un problema costante negli ultimi venti anni. Sul dissesto idrogeologico, tra le tematiche più sentite nel 1998 (34,3%), l’attenzione è scesa molto.

Mentre nel Mezzogiorno si è più propensi a non usare prodotti usa e getta (23,2% delle persone di 14 anni e più nel 2021) e a sceglierli a chilometro zero (29,6%), al Nord si evita soprattutto la guida rumorosa per mitigare l’inquinamento acustico (52,4%) e si usano di più i mezzi di trasporto alternativi (19,9%). L’inquinamento delle acque è particolarmente sentito nel Settentrione, molto meno nel Mezzogiorno, soprattutto nelle Isole.

All’opposto, richiamano l’attenzione dei residenti del Centro e del Mezzogiorno le tematiche legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti (47,7% al Centro, 46,6% al Sud e 40,0% del Nord-est) e all’inquinamento del suolo (25,5% al Sud e 20,1% al Nord-ovest).

Quanto all’età, le persone fino a 34 anni sono più sensibili alla perdita della biodiversità, la distruzione delle foreste e l’esaurimento delle risorse naturali; gli ultracinquantenni si dichiarano invece più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico e l’inquinamento del suolo. Più preoccupati, poi, per lo stato dell’ambiente chi ha un più alto titolo di studio.

Comportamenti eco compatibili (spreco di acqua ed energia) non è caratteristica dei più giovani che invece scelgono mezzi di trasporto alternativi all’auto privata.

(di Stefania De Francesco/ANSA).

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