40 anni fa l’Italia era Mundial: così lo ricordano i tifosi italo-venezuelani

Nella splendida cornice dello stadio Bernabéu l'Italia conquistava il suo terzo mondiale.

CARACAS –  L’11 luglio di 40 anni fa gli Azzurri scalarono la vetta del calcio mondiale battendo la Germania Ovest in una memorabile finale al Barnabeu di Madrid con i gol di Pablito Rossi, Tardelli e “spillo” Altobelli. Per celebrare quella storica vittoria abbiamo chiesto ad alcuni tifosi italo-venezuelani: Cosa ricordano di quella storica data? Dov’erano? Cosa hanno fatto al triplice fischio dell’arbitro brasiliano Arnaldo Cézar Coelho?

Iniziando da Cesare Vitale, allora 30enne, “Quel trionfo dell’Italia nel mondiale Spagna ’82 fu troppo bello per essere vero. Dopo i tre pareggi a Vigo (0-0 con la Polonia, 1-1 con il Perú e 1-1 con il Camerún, n.d.r.), gli Azzurri sono risorti come l’Araba Fenice. Dal mio punto di vista é stato un grande merito di Enzo Bearzot che ha saputo tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. Al triplice fischio dell’arbitro sono uscito con la mia bandiera a festeggiare per le strade di Caracas”.

Leonardo Marian ci dice: “Nell’82 avevo 15 anni ed ero in vacanza in Italia. La serata della vittoria al Bernabéu fu accompagnata dalla voce di Nando Martinelli e poi il suo urlo di Campioni del Mondo ripetuto per tre volte. Nel paese dei miei genitori c’erano i caroselli per strada, ricordo che fu una grande festa fino a notte inoltrata”.

Nell’anno in cui la nostra nazionale non é nemmeno riuscita a timbrare il biglietto per il mondiale in Qatar, si celebra il 40esimo anniversario della vittoria del Mondiale del 1982. Quella nazionale guidata da Enzo Bearzot riuscì a riprendersi dopo la falsa partenza battendo nell’ordine Argentina (2-1), Brasile (3-2), la Polonia (2-0) in semifinale e la Germania (3-1) nella finalissima al Bernabéu.

L’impresa di quella Nazionale fu tale, che alcuni tifosi ricordano a memoria i protagonisti in campo com’é il caso di Mariano Moscaritolo, allora 25enne. “La formazione dell’Italia nella finale al Bernebéu fu la seguente: Zoff, Bergomi, Cabrini, Gentile, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Oriali, Graziani. Poi a gara in corso subentrarono Altobelli al posto dello sfortunato Graziani che dopo appena 7 minuti si fece male alla spalla. Nella ripresa Causio entrò per Altobelli. E ovviamente il condottiero dell’impresa Enzo Bearzot, commissario tecnico dal 1975, amato sì ma anche messo in discussione. Ricordo che al centro delle polemiche ci fu la mancata convocazione di Roberto Pruzzo, a cui venne preferito un giovane Paolo Rossi. Bearzot ci vide bene a convocare Pablito”.

Ci sono anche casi come quello di Rosángela Pérez che ci dice: “Io non ero ancora nata, ma la storia di quella nazionale me la racconta spesso il mio padrino italiano, Fausto Genito, sempre mi ha detto che il terzo titolo mondiale, dopo quelli del ‘34 e del ‘38, non può essere visto soltanto alla luce della partita del Santiago Bernabéu. Bisogna per forza di cose tornare indietro, laddove la Nazionale del miracolo è nata e si è solidificata sul campo nei panni della grandissima protagonista, soffrendo, correndo, vincendo. L’Italia tricampione del mondo ha avuto ragione della Germania ancora correndo e soffrendo, esaltando e moltiplicando le risorse che man mano l’avevano accostata al trionfo. Poi grazie alla magia del DVD mi ha mostrato la gesta degli azzurri e mi ha fatto innamorare di questa nazionale. Spero che gli azzurri tornino al più presto sul tetto del mondo”.

La nazionale italiana era arrivata nella terra di Miguel Cervantes con le ferite di Calciopoli I, scandalo che aveva colpito grandi campioni tra cui Paolo Rossi, l’attaccante che contro il parere di tutti Bearzot aveva preferito a Roberto Pruzzo, il ‘bomber’ della Roma e capocannoniere della nostra Serie A. Poi i campioni in campo si sono incaricati di scrivere una storia, che a tratti ormai sembra ‘mitologia’, con inizio stentato, di un gruppo in cui la “Cenerentola” azzurra batte l’Argentina di Maradona e il grande Brasile di Zico e Falcao.

Daniele Rossi, che nel 1982 aveva 10 anni, ci racconta il suo ricordo di quel “mundial”: “Quella kermesse iridata possiamo definirla magica. Ero bambino e mi sono goduto al massimo quel torneo. Se parliamo di magia, l’unica magia è stata quella di riuscire a vincere un Mondiale. Dove gli azzurri non partivano tra i favoriti, ai nastri di partenza i nostri giocatori erano etichettati come un gruppo di non vincenti e poi sono tornati in Italia da vincitori. Per questo definisco quel mondiale come magico. Penso che il grande mago sia stato il mister Bearzot che ha saputo mescolare gli schemi in campo cosi come lo fanno i maghi con le formule magiche. Ricordo le polemiche che c’erano intorno alla nazionale le leggevo sui giornali e le ascoltavo al giornale radio su Radio Tropical. Ma la cosa più bella é stata quella di uscire in festa e poi comprare La Voce d’Italia nell’edicola italiana che c’era nella Solano López”

Dal canto suo, Lorena Piccolo, ci dice: “Avevo 8 anni e ricordo il rumore dei clackson e le persone con le bandiere e poi papá ha comprato La Voce per averla come ricordo dell’impresa degli azzurri.”

Il trionfo dei ragazzi di Enzo Bearzot in Spagna segna un momento epocale e indelebile nella memoria degli italiani non solo nel “Bel paese”, ma anche in giro per il mondo. Qui in Venezuela al triplice fischio la festa iniziò non solo nei diversi sodalizi del paese, ma anche nelle principali strade. Nel caso di Caracas i punti clou furono La Carlota, La avenida Victoria, Sabana Grande ed altre zone della capitale.

Infine Pietro Russo, 15 anni nel 1982, ci fa il punto: “Fu una partita dominata ma complessa, iniziata male con il rigore sbagliato da Cabrini nel primo tempo. Poi ci pensò Rossi, al sesto gol in tre partite e poi Tardelli. La sua esultanza diventa iconica con urlo dopo la rete del 2-0. Ad assistere al trionfo, il Presidente Sandro Pertini che festeggiò i tre gol e con tanto di “Non ci prendono più“, ripetuta dopo la rete di Altobelli a pochi minuti dalla fine. Nel viaggio di ritorno, Pertini fu protagonista delle foto a bordo del volo presidenziale con tanto di partite a carte giocata con Zoff contro Bearzot e Causio.

Chi vi scrive si ricorda di festeggiare in braccio a suo nonno sul marciapiede dove c’era l’edicola di famiglia.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)

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