Wall Street teme l’inflazione, euro vede parità dollaro

Una persona cammina in Wall Street, sede della borsa di NY, con la bandiera americana.
Una persona cammina in Wall Street, sede della borsa di NY, con la bandiera americana.

NEW YORK.  – Avvio di settimana in calo per Wall Street. I listini americani faticano sotto il peso dell’attesa per i nuovi dati sull’inflazione e l’avvio della stagione delle trimestrali, due fattori che potrebbero influenzare la tabella di rialzi dei tassi di interesse della Fed.

In calo anche il petrolio mentre il dollaro vola nei confronti delle principali valute e vede avvicinarsi a grandi passi la parità con l’euro.

La moneta unica scivola ai minimi degli ultimi 20 anni e viaggia su 1,006 dollari, in calo dell’1,20% e portando al 15% il calo registrato dall’inizio dell’anno. Il biglietto verde avanza anche nei confronti della sterlina, appesantita dalle tensioni e dall’incertezza politiche in Gran Bretagna. Sulla moneta unica pesa la crisi energetica europea ma anche l’atteso rallentamento economico che alimenta i dubbi sulle capacità della Bce di combattere l’inflazione.

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Secondo gli analisti, le strette delle banche centrali a livello mondiale continueranno a mettere sotto pressione l'euro e a spingere il dollaro. Un trend che potrebbe accentuarsi nel caso in cui l'Europa e gli Stati Uniti scivolassero in recessione, con l'euro che potrebbe scendere sotto la parità.

"Il dollaro forte non preoccupa, a preoccupare è l'inflazione", afferma il segretario al commercio statunitense Gina Raimondo. I nuovi dati sull'andamento dei prezzi al consumo sono attesi il 13 luglio: la previsione è per una nuova fiammata dell'inflazione, attesa volare all'8,8%. Un aumento che rischia di accelerare la tabella di marcia della Fed e pesare sui conti delle aziende.

Il faro degli investitori è puntato proprio sulla stagione delle trimestrali ai nastri di partenza, considerata un termometro per capire se l'economia è orientata o meno verso una recessione. La febbre è  particolarmente alta per i conti di Big Tech: da Amazon a Google passando per Meta e Apple, tutti i grandi colossi tecnologici sono in calo a Wall Street sul timore di conti sotto pressione. Particolarmente pesante è Twitter che affonda e perde quasi il 10% dopo il dietrofront di Elon Musk e la dura battaglia legale che si profila all'orizzonte contro il patron di Tesla e l'uomo più ricco del mondo.

Twitter ha infatti annunciato che farà causa a Musk per il suo passo indietro nell'acquisizione e lascerà al tribunale del Delaware decidere il futuro dell'operazione. Gli esperti sono convinti che la società che cinguetta la spunterà davanti al giudice e che Musk sarà costretto ad acquistarla. Ma l'imprevedibilità è una delle caratteristiche del patron di Tesla e anche una decisione del giudice potrebbe rivelarsi non vincolante per Musk.