Legge elettorale: Pd rilancia proporzionale con premio, centrodestra diviso

In una foto d'archivio del 2017 il tabellone elettronico con il risultato del voto in aula al Senato durante la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale Rosatellum.
In una foto d'archivio del 2017 il tabellone elettronico con il risultato del voto in aula al Senato durante la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale Rosatellum. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Potrebbe essere il ricorso a un decisivo premio di maggioranza da accoppiare al proporzionale il compromesso attorno a cui costruire un tavolo di dialogo tra gli schieramenti impegnati a discutere, fuori dalle Aule, di legge elettorale. Questa è l’idea che si studierebbe nel Pd: una ipotesi che potrebbe essere resa più digeribile per i sostenitori del maggioritario, inserendo una premialità per la coalizione che dovesse ottenere una percentuale di preferenze oltre una determinata soglia, ad esempio il 40%. Un bonus che salvaguarderebbe la governabilità, un fattore a cui la leader di Fratelli d’Italia guarderebbe con interesse in prospettiva 2023.

La legge, così strutturata – nelle intenzioni Dem -permetterebbe anche di superare un comune problema che si presenterà da qui alla formazione delle liste per le elezioni politiche e cioè la selezione dei candidati da presentare nei collegi uninominali. Nel centrodestra si starebbero facendo alcune valutazioni come ad esempio se la spartizione debba essere fatta sulla base degli attuali sondaggi o dei numeri dei gruppi parlamentari, che però fotografano un’altra fase politica, ormai superata.

Lo stesso dicasi nel centrosinistra, in cui i rapporti di forza tra Pd e M5s si sono invertiti. Un ostacolo non da poco, come segnala un parlamentare dem, secondo cui questo sistema elettorale darebbe un governo sicuro al Paese e in più si potrebbe scongiurare una possibile Caporetto del centrosinistra, nel caso di vittoria bulgara della destra nei collegi uninominali.

Al momento, all’interno di Fratelli d’Italia una modifica come quella prospettata dal partito di Enrico Letta non viene esclusa a priori, almeno informalmente. E d’altronde era stata la stessa Giorgia Meloni ad aprire a una possibilità di cambiamento.

Resta il nodo Lega, che non sembrerebbe lasciare spiragli in favore di un addio al Rosatellum. In una riunione con i deputati, alla presenza di Matteo Salvini, si è toccato l’argomento e il responso non avrebbe lasciato spazio ad equivoci: “Sulla legge elettorale la Lega sta bene così – racconta all’Ansa il deputato leghista Giuseppe Ercole Bellachioma – anche perché il proporzionale prevede comunque di fare degli apparentamenti. A questo punto meglio non cambiare, soprattutto oggi che il centrodestra è avanti nei sondaggi”.

(di Flavio Russo/ANSA)

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