Incendio in baraccopoli, muore migrante nel Foggiano

Carabiniere nella baraccopoli migranti incendiata nel foggiano
Carabiniere nella baraccopoli migranti incendiata nel foggiano. (Le foto sono della corrispondente dell'ANSA Tatiana Bellizzi)

RIGNANO GARGANICO (FOGGIA). – Sorpreso dalle fiamme mentre dormiva nella sua baracca fatta di lamiere e cartoni. Aveva 35 anni Yusupha Joof ed era originario del Gambia. Lavorava come bracciante nei campi del Foggiano. E’ morto in un incendio divampato nel ‘ghetto’ di Rignano, in località Torretta Antonacci, tra Foggia e San Severo. Alle prime luci dell’alba il suo alloggio di fortuna è stato completamente avvolto dal rogo che lo ha ucciso. Il corpo, carbonizzato, era riverso a terra, mentre tutto ciò che resta della sua ‘casa’ sono solo cumuli di rifiuti neri e un vecchio materasso.

Yusupha Joof è la decima vittima di un incendio che si registra dal 2016 nei ghetti del Foggiano. “Lo conoscevo perché abitava qui nel ghetto già da alcuni anni – ha raccontato all’ANSA un migrante Nordafricano – tornava qui per dormire, di giorno lavorava nei campi”.

I primi a prestare soccorso sono stati altri migranti che vivono nella baraccopoli dove in questo periodo ci sono circa 1.500 persone. “Abbiamo aiutato noi a spegnere le fiamme”, ha sottolineato un altro ragazzo che vive stabilmente nell’insediamento: “Nessuno sapeva che c’era qualcuno dentro la baracca che dormiva. Poi, quando sono entrati, hanno scoperto che c’era un morto”.

I Vigili del fuoco hanno domato le fiamme e bonificato la zona. Due le baracche distrutte. A Torretta Antonacci sono arrivati anche i Carabinieri che dovranno accertare la natura del rogo. Dai primi rilievi l’incendio sarebbe dovuto a cause accidentali: potrebbe essere stato generato da un cortocircuito partito da uno dei tanti allacci abusivi alla corrente elettrica, oppure da una vecchia cucina di fortuna installata all’interno della baracca. E’ stata anche trovata una bombola di gas.

Nel 2017 la Direzione distrettuale antimafia di Bari aveva disposto il sequestro probatorio, con facoltà d’uso, della baraccopoli. C’era il sospetto di infiltrazioni criminali nella gestione dell’insediamento. Qualche mese più tardi si dovette provvedere allo sgombero di circa 250 migranti per motivi igienico-sanitari. Il giorno successivo, però, scoppiò un vasto incendio che coinvolte decine di baracche in cui morirono due giovani provenienti dal Mali.

Dopo questo episodio furono abbattute oltre 300 baracche al posto delle quali furono realizzate dalla Regione Puglia alcune case mobili attorno alle quali, però, in poco tempo tornarono gli alloggi di fortuna. “La morte di Joof Yusupha addolora e colpisce la comunità pugliese”, sottolinea il governatore Michele Emiliano rimarcando la necessità di “superare definitivamente la prospettiva dei ghetti, per questo al Governo centrale chiediamo di non lasciarci soli”.

Il prossimo 12 luglio si riunirà il Consiglio regionale pugliese per una Assise straordinaria sullo sviluppo della Capitanata con la ministra dell’Interno Lamorgese. Intanto la Lega Braccianti chiede che siano accertate le cause di questa “ennesima tragedia ai danni dei lavoratori dimenticati della filiera agroalimentare”. I sindacati, dal canto loro, ricordano che il Pnrr metterà a disposizione 100 milioni di euro per superare gli insediamenti abusivi e restituire dignità ai lavoratori migranti nel Foggiano.

(di Tatiana Bellizzi/ANSA)