Ddl M5s contro la prostituzione: “Punire il cliente”

Alcune prostitute in via Salaria a Roma, durante i contolli della Polizia per contrastare il fenomeno della prostituzione.
Alcune prostitute in via Salaria a Roma, durante i contolli della Polizia per contrastare il fenomeno della prostituzione. ANSA/ CLAUDIO PERI /DBA

ROMA. – A 60 anni fa dalla legge Merlin, i tempi sono maturi anche in Italia per combattere la prostituzione punendo il cliente perché “non è ammissibile comprare l’essere umano”. Adottare quindi il modello nordico, già in vigore in Svezia, Norvegia, Islanda, Irlanda, Francia e presto anche in Spagna che prevede di disincentivare la domanda attraverso la sanzione del ‘compratore’ dapprima con multe amministrative, poi con l’ammonimento del questore in caso di recidiva per arrivare fino alla sanzione penale. Oltre a campagne informative e un fondo destinato all’emersione, ovvero alle donne che vogliono uscire dal mondo della prostituzione.

E’ la filosofia del disegno di legge 2537, la cui prima firmataria è la senatrice M5S Alessandra Maiorino che oggi in Senato, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, ha promosso il Convegno “Prostituzione, l’Italia è pronta per il modello nordico? Confronto tra modelli legislativi in Ue e presentazione del progetto di rafforzamento della legge Merlin”, con relatori, anche di altre Paesi che hanno raccontato l’efficacia del modello nordico ed esperti, i quali hanno ricordato che anche la Corte Costituzionale ha sancito che la prostituzione non è una scelta libera.

In particolare Niklas Wiberg, ministro consigliere dell’ambasciata di Svezia ha sottolineato che “non può esserci una vera parità di genere, anzi la ostacola” se non si combatte la prostituzione. La normativa adottata in Svezia 22 anni fa, ha aggiunto, “è stata molto importante per contrastare il fenomeno della tratta di esseri umani allo scopo di sfruttamento sessuale, ha rafforzato la posizione delle vittime e reso meno appetibile il mercato della Svezia per trafficanti e sfruttatori”.

Concetti introdotti anche dalla Maiorino, la quale ha sottolineato che si tratta di un fenomeno che riguarda essenzialmente le donne, non è una libera scelta, non è lavoro, impedisce la parità di genere e si sovrappone alla tratta di essere umani, come dimostrano i dati della commissione Europa del 2018 da cui emerge che tra le vittime di tratta per sfruttamento sessuale “ben il 95% è composto da donne e bambine”.

“Oggi finalmente superando il timore di essere tacciate bigotte, retrograde, sempre più donne e associazioni femminili, anche di stampo progressista, stanno squarciando quel pesante velo di ipocrisia che ha tentato di far passare la più grave forma di violenza perpetrata sui corpi e sulle vite delle donne per una loro conquista di libertà” ha puntulizzato Maiorino.

Tra le personalità presenti in sala anche l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi che Maiorino ha definito “la pioniera del disvelamento della cruda realtà della prostituzione e promotrice del primo grande convegno che si tenne in Campidoglio il 25 novembre 2018, non a caso in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

Con un messaggio è intervenuta la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti puntalizzo che il “tema è delicato” e necessita ” di un confronto attento “. La ministra per le Politiche Giovanili ed esponente M5s Fabiana Dadone ha concordato “il cliente è grandissima parte del problema della prostituzione e questa legge lo sanziona al pari dello sfruttatore perché alimenta il mercato” e “‘se tutelare la donna e la sua dignità possa dare la sponda per farci definire bigotte, lo faremo senza problema”.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)

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