Il peso del caro-vita: 5,6 milioni in povertà assoluta nel 2021

Povertà: persona stesa per terra con un cartello con la scritta "Ho fame"
1,1 milioni famiglie senza lavoro, raddoppiate da inizio crisi

ROMA. – La difficoltà estrema o l’impossibilità a sostenere le spese per uno standard di vita “minimamente accettabile”: è la condizione di povertà assoluta in cui si trovano ancora quasi due milioni di famiglie in Italia.

Nel 2021, secondo l’ultimo report Istat, sono poco più di 1,9 milioni (il 7,5% del totale dal 7,7% nel 2020): si tratta di circa 5,6 milioni di individui (il 9,4% come l’anno precedente). I minori sono quasi 1,4 milioni (14,2%). Un livello che conferma sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia. I motivi di questa stabilità sono diversi, ma a far sentire il suo peso è già l’inflazione, nonostante lo scorso anno non viaggiasse ancora alla velocità attuale.

L’inflazione nel 2021 è salita all’1,9% e in sua assenza, indica lo stesso Istituto di statistica, la quota di famiglie in povertà assoluta sarebbe scesa al 7,0% e quella degli individui all’8,8%.
Quest’anno la fiammata dei prezzi al consumo è arrivata a sfiorare il +7%, con il +6,9% toccato a maggio (nella stima preliminare di cui in queste ore si attende la conferma o la revisione), al top dal 1986. I cui effetti, dalla spesa alle bollette alla tenuta del potere d’acquisto dei redditi, sono sotto gli occhi di tutti.

In attesa di valutarne l’ulteriore andamento e impatto sui bilanci delle famiglie, nel 2021 la povertà assoluta resulta ancora più alta al Sud, mentre migliora al Nord. Peggio va anche per le famiglie più numerose e per gli stranieri. Lo scorso anno, indica infatti l’Istat, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10%, da 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord (6,7% da 7,6%).

Anche in termini di individui, il Nord registra un miglioramento marcato dell’incidenza che passa dal 9,3% all’8,2%. Sono così oltre 2 milioni 200mila i poveri assoluti residenti nelle regioni del Nord contro 2 milioni 455mila nel Mezzogiorno.

Peggiora la condizione delle famiglie con maggior numero di componenti (l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 22,6% tra quelle con cinque e più persone). Al contrario è più bassa, al 5,5%, nelle famiglie con almeno un anziano. I giovani, del resto, hanno minori capacità di spesa poiché dispongono di redditi mediamente più bassi e hanno minori risparmi accumulati.

Va peggio anche per gli stranieri che risiedono in Italia: in povertà assoluta sono oltre un milione e 600 mila, con una incidenza pari al 32,4% (dal 29,3% nel 2020).

Una fotografia che riaccende il dibattito sul Reddito di cittadinanza, tra chi a partire dal M5s e in generale nel centrosinistra difende lo strumento introdotto proprio per contrastare la povertà, tra chi nel centrodestra, a partire dalla Lega, vorrebbe modificarlo e chi, invece, come Italia viva chiede di abolirlo.

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