Mosca mette nella black list decine di reporter Gb

Sede della Bbc a Londra.
Sede della Bbc a Londra.. (ANSA/AP Photo/Lefteris Pitarakis, File)

ROMA. – Mosca sbarra le porte a 49 cittadini britannici: si tratta di funzionari della Difesa e giornalisti di Bbc, Financial Times, Guardian, Sky News e altri media. Non possono più entrare in Russia, poiché i loro nomi figurano su una lista nera, o meglio, una “stop list”.

Il ministero degli Esteri li accusa di “diffusione deliberata di informazioni false e unilaterali sulla Russia e sugli eventi in Ucraina en el Donbass” e di contribuire alla russofobia nella società britannica.

In una nota, riferisce il Guardian, si afferma che a seguito delle “azioni anti-russe” del governo britannico e delle sanzioni imposte contro “i principali giornalisti del nostro Paese e capi di compagnie di difesa nazionali”, la Russia ha aggiunto i media e le figure della difesa alla sua “stop list”.

Nel marzo scorso Londra ha in effetti revocato la licenza di trasmissione a RT (Russia Today), affermando che non poteva rispettare le regole di imparzialità nei codici di trasmissione britannici a causa dei suoi legami con lo Stato russo.

Tra le firme britanniche colpite dal divieto d’ingresso ci sono commentatori come Gideon Rachman del Financial Times,  o Coughlin del Daily Telegraph, o l’accademico e specialista in studi russi Mark Galeotti. Ci sono poi una dozzina di comandanti della marina e dell’aeronautica militare di Sua Maestà, nonché qualche top manager dell’industria della difesa.

Uno dei bersagli della rappresaglia del Cremlino, Galeotti, ha rivendicato il diritto di continuare a considerarsi “un amico della Russia” intesa “come Paese”, mentre Shaun Walker, corrispondente del Guardian da Mosca per una decina d’anni, ha affidato a Twitter la sua amarezza: “Non mi stavo precipitando per visitare la Russia Z-land, ma è comunque una sensazione molto strana/triste essere inserito nella loro lista delle sanzioni insieme ad altri colleghi britannici” dopo aver “vissuto in Russia per più di un decennio”.

Luke Harding, a sua volta nella lista, esprime tristezza per non poter più mettere piede a Mosca, ma aggiunge che “nessun regime dura per sempre e spero un giorno di tornarci”.

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