F1: a Baku disastro Ferrari, vince ancora Verstappen

Charles Leclerc su Ferrari e Sergio Perez alla partenza nel circuito di Baku.
Charles Leclerc su Ferrari e Sergio Perez alla partenza nel circuito di Baku. (Photo by OZAN KOSE / AFP)

ROMA. – Quando funziona la strategia, è l’affidabilità a tradire la Ferrari. Red Bull si mette in tasca una doppietta perfetta al termine del Gran Premio dell’Azerbaigian, vinto da Max Verstappen davanti a Sergio Perez. L’olandese volante, già in fuga nella classifica piloti dopo l’ottava gara, non ha avuto bisogno di sorpassi al limite né di affrontare particolari rischi per portare a casa il quinto successo stagionale, il primo sul circuito di Baku. E dopo il traguardo ha ringraziato anche “un po’ di fortuna” per i guasti che gli hanno tolto di mezzo gli avversari più pericolosi.

Fuori Carlos Sainz al nono giro per un problema idraulico, appiedato Charles Leclerc al 20esimo, dopo una vistosa fumata bianca dal motore. In quel momento il monegasco conduceva la gara grazie alla scelta di fare il primo pit-stop durante la virtual safety car dovuta al ko di Sainz, montando le gomme hard al posto delle medie con le quali erano partiti i primi dieci.

Leclerc era così tornato leader, dopo che al via dalla pole era stato ‘bruciato’ sullo scatto da Perez. Il messicano è stato poi a sua volta sorpassato da Verstappen al 15mo giro ed il campione del mondo ha avuto strada libera verso il successo. Ora ha 150 punti, +21 sul fido scudiero Perez, ma soprattutto +34 su Leclerc.

Un doppio stop per guasto non affliggeva la Ferrari da Australia 2009. “Domani analizzeremo cosa è successo e ritroverò la motivazione, ma è un ritiro che fa molto male. Ora non ho parole… – ha commentato amareggiato Leclerc – Nelle ultime tre gare ci sono state le prestazioni, ma è mancata l’affidabilità. Altri 25 punti importanti persi”, dopo quelli gettati per l’errore di strategia a Monaco e per il ritiro in Spagna.

L’esito “ci penalizza molto, ma come non ci siamo esaltati a inizio stagione, ora non ci lasceremo abbattere” ha assicurato Mattia Binotto, team principal Ferrari. “L’affidabilità è un tema che ci preoccupa – ha ammesso poi – L’incremento di potenza rispetto all’anno scorso è stato enorme. Evidentemente lo stiamo pagando in termini di affidabilità”.

Tra una settimana si corre in Canada ed “i problemi strutturali del motore non si correggono in così poco tempo, dobbiamo analizzare bene quanto è accaduto” ha concluso. Anche perché non è stata solo la Ferrari a pagare la giornata nera. E’ infatti terminata in anticipo la gara della Hass di Kevin Magnussen e dell’Alfa Romeo di Guanyu Zhou, entrambe motorizzate a Maranello. Una situazione davanti alla quale Sainz ha lanciato un appello a non perdere la testa: “Ci rifaremo. Dobbiamo capire e restare calmi, positivi e uniti. Ci sono ancora tante gare in stagione”.

E’ stata invece una buona tappa del mondiale per la Mercedes. Il terzo posto di George Russell (benché con 46″ di ritardo sul vincitore) è il segno di una vettura in crescita, ma lo stesso Russell ha ammesso che i saltellamenti della W13 hanno messo il difficoltà il suo fisico. Per non parlare di Lewis Hamilton, giunto quarto tra mille sofferenze a causa del ‘porpoising’ esasperato. “La schiena mi sta uccidendo” si è lamentato durante un team radio il sette volte campione del mondo. Uscito dalla sua monoposto, a fine gara, con molta fatica e visibilmente dolorante. (ANSA).
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