Inchiesta su Capitol Hill, show tv. “Golpe Trump premeditato”

Scontri fra simpatizanti di Trump e la polizia davanti al Capitol Hill.
Scontri fra simpatizanti di Trump e la polizia davanti al Campidoglio. (AFP/ Joseph Prezioso ) AFP)

WASHINGTON. – Un piano coordinato e premeditato da Donald Trump e dal suo entourage: è l’agghiacciante conclusione dell’inchiesta parlamentare sull’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 da parte dei fan del tycoon per bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden alle presidenziali.

Un tentato colpo di stato, un attacco al cuore della democrazia americana che fece tremare tutto il mondo e che da giovedì sera gli Stati Uniti rivivono in una serie di udienze pubbliche trasmesse in prime time da tutte le tv, come ai tempi del Watergate esattamente 50 anni fa. Unica eccezione è Fox News, l’emittente principale dei conservatori e la più seguita nel Paese, a dimostrazione di quanto sia diventato polarizzato anche il mondo dei media americani.

Sarà quasi una mini serie drammatica in sei episodi che terrà gli americani incollati al televisore o ai maxi schermi allestiti dai democratici in 90 località, compresa l’area antistante il Campidoglio, dove offriranno anche gelati. Sono attese rivelazioni “esplosive”, “scioccanti”, che “faranno volare il tetto della Camera”, grazie anche e video e documenti inediti, montati con la regia di un ex dirigente tv.

I dem sperano in una ricaduta positiva sulle elezioni di Midterm, anche se gli americani sembrano presi da altri problemi come l’inflazione e il prezzo della benzina. Un primo colpo di scena è arrivato poche ore prima del grande show, quando l’Fbi ha arrestato il trumpiano Ryan Kelley, uno dei cinque repubblicani in corsa per la carica di governatore del Michigan, con l’accusa di aver partecipato all’assalto del Congresso.

E’ il primo candidato in una elezione importante ad essere incriminato per quell’attacco. Nei giorni scorsi invece il dipartimento di giustizia ha contestato per cospirazione sediziosa il capo dei Proud Boys Enrico Tarrio ed altri quattro dirigenti del gruppo di estrema destra. La serie di udienze arriva in un momento di grande tensione nel Paese, sempre più diviso su temi come le armi, dopo l’escalation delle sparatorie, e il diritto d’aborto, che la corte suprema potrebbe cancellare nei prossimi giorni.

Due temi che hanno spinto un uomo ad armarsi sino ai denti per uccidere il giudice Brett Kavanaugh, uno dei nove ‘saggi’, prima di venire arrestato dalla polizia. Le conclusioni dell’inchiesta della Camera rischiano di esacerbare la polarizzazione politica perché l’obiettivo, anticipano fonti parlamentari, è mostrare che l’assalto del 6 gennaio “è il risultato di sforzi coordinati in più fasi per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 e impedire il trasferimento di poteri” da Trump a Biden, con il tycoon “al centro di questi sforzi”, nonostante sia stato assolto nel processo di impeachment grazie alla compattezza dei repubblicani.

Prima la ‘Big lie’, la campagna per denunciare il “voto rubato” con inesistenti brogli di massa, poi il piano per usare elettori “alternativi” nei swing states decisivi e le pressioni sul suo vice Mike Pence perché non certificasse la vittoria di Biden. Infine l’istigazione quel giorno a “marciare sul Capitol” durante un comizio, un’azione in realtà preparata da tempo anche con gruppi paramilitari di destra.

Per collegare tutti i puntini e ricostruire il puzzle la commissione, formata da sette democratici e due repubblicani (anti Trump), ha lavorato 11 mesi, ottenuto l’incriminazione per oltraggio al Congresso di due alleati di Trump come Steve Bannon e Peter Navarro, raccolto 140 mila documenti, emesso 100 mandati di comparizione e interrogato un migliaio di testimoni. Compresi Ivanka e Donald Jr Trump, di cui saranno trasmessi alcuni spezzoni di audizione.

I primi testimoni della lista però sono Caroline Edwards, la prima esponente delle forze dell’ordine ad essere stata ferita dai rivoltosi, e il regista britannico Nick Quested, che filmò le azioni dei Proud Boys durante l’assalto. La commissione non ha il potere di incriminare ma potrebbe fare le sue raccomandazioni (anche contro Trump) e fornire prove al dipartimento di giustizia, che sta già conducendo una sua indagine autonoma. Ma mettere sotto accusa il tycoon sotto elezioni rischierebbe di farlo passare per un martire di quella che lui e i suoi fedelissimi si preparano a liquidare come una ennesima “caccia alle streghe”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)