Putin all’Occidente: “Non faremo la fine dell’Urss”

Il presidente della Rusia, Vladimir Putin.
Il presidente della Rusia, Vladimir Putin, osannato allo stadio Luzhniki di Mosca, per celebrare l'ottavo anniversario dell'annessione della Crimea alla Russia. EPA/VLADIMIR ASTAPKOVICH / SPUTNIK / POOL

ROMA. – “La Russia non farà la fine dell’Urss, la nostra economia resterà aperta”. Vladimir Putin, ancora un volta, rispolvera la sua più grande ossessione, promettendo un ritorno alla grandezza perduta, attraverso una lotta per “rafforzare la propria sovranità”, come ai tempi di Pietro il Grande. Il nemico è l’Occidente, che tenta di indebolire Mosca con le sanzioni, ma il nuovo zar è sicuro: “Non ci metterà dentro un recinto”.

Putin ha rilanciato il suo messaggio incontrando i giovani imprenditori russi, a cui ha promesso sostegno da parte del governo. Il presidente si è rivolto alle nuove leve tracciando la sua idea di futuro, che evidentemente passa dall’invasione dell’Ucraina. “Il mondo sta cambiando rapidamente e per rivendicare una leadership qualsiasi Paese, qualsiasi popolo e qualsiasi etnia devono garantire la propria sovranità”, ha sottolineato. Perché l’alternativa sarebbe diventare una “colonia senza prospettive”.

E qui si può leggere un riferimento proprio all’Ucraina, che invece di riabbracciare la ‘madre Russia’ ha scelto di subire l’influenza occidentale. Mentre al contrario “la sfida che ha di fronte oggi” Mosca è “rafforzare” la propria sovranità ed i suoi territori. “Tornare indietro”, ha sottolineato Putin, con uno sguardo all’epoca più rimpianta, quella degli zar.

Non a caso, il leader russo ha citato Pietro il Grande nei giorni del 350esimo anniversario della nascita, che “quando combatté la Grande guerra del Nord con la Svezia non si impossessò di nuovi territori, ma li restituì agli slavi che li abitavano da tempo immemorabile”.

Tra i fasti imperiali e la Russia di oggi c’è stata l’Unione Sovietica, la cui dissoluzione ha rappresentato per Putin “la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo”. Un errore da non ripetere, e che non si ripeterà, ha assicurato: “Non cadremo nella stessa trappola dell’Urss, la nostra economia è e resterà aperta”, ha detto Putin, ricordando che i russi stessi avevano “creato la cortina di ferro” responsabile del crollo del sistema politico, economico e sociale sovietico.

Il messaggio di Putin è rivolto soprattutto agli occidentali, che sostenendo Kiev a colpi di sanzioni vogliono isolare e soffocare la Russia. “Non ci chiuderanno in un recinto”, perché il Paese ha tante opportunità. Innanzitutto, può “costruire partnership non solo con Cina e India, ma anche con America Latina e Africa”.

E sul fronte interno, abbiamo “attraversato un colossale percorso di trasformazione e cambiamento negli ultimi decenni in tutte le principali aree di sviluppo, anche se si tenta si tenta continuamente di pungerci dicendo che siamo una stazione di servizio” per gas e petrolio. Putin ha a disposizione un’altra risorsa strategica, il grano: “Il raccolto russo potrà superare i 130 milioni di tonnellate quest’anno”, ha annunciato. E finché lo zar riuscirà a bloccare le forniture ucraine, resterà l’arbitro della crisi alimentare globale.

(di Luca Mirone/ANSA)

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