La Lega si appella a Mattarella e Draghi sui referendum

L'interno di una sezione elettorale, in una foto d'archivio.
L'interno di una sezione elettorale, in una foto d'archivio. ANSA/FRANCO SILVI/DRN

ROMA. – La Lega, preoccupata dal rischio di non raggiungere il quorum, lancia un forte appello alle alte cariche dello Stato perchè rompano il silenzio sui referendum sulla Giustizia. “Conto che da qui a domenica – chiede Matteo Salvini durante un comizio elettorale – il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio si limitino quanto meno a ricordare agli italiani che votare al referendum è un diritto”.

Del resto, ormai da anni, la partita vera non è tra i sì e i no, ma il successo dei quesiti si gioca sull’affluenza alle urne. Una sfida, quella per arrivare a una partecipazione oltre il 50% degli aventi diritto, tradizionalmente molto complicata. L’unica strada, ragionano i promotori dei quesiti, è quella di cercare di rompere quello che definiscono “il muro del silenzio” da parte dei media.

E certamente, ipotizza il segretario leghista, un intervento diretto di Sergio Mattarella e Mario Draghi in tal senso potrebbe essere assai utile. “Magari sono stato distratto io, ma – incalza Salvini – non mi sono accorto che dalle massime cariche dello Stato sia arrivato un promemoria agli italiani sul fatto che possano votare i referendum sulla giustizia”.

Parole a cui sono seguite, per tutto il giorno, una sfilza di dichiarazioni analoghe da parte di tutto il gruppo dirigente di Via Bellerio. Molto critico Osvaldo Napoli (Azione): “Salvini pensa di scambiare le due cariche istituzionali per due manifesti-sandwich”. Ad ogni modo, l’ obiettivo della polemica è la Rai: non a caso, ospite de “l’Aria che tira”, sempre Salvini afferma che “La7 sta facendo più servizio pubblico di tanti altri”.

Ma c’è maretta anche all’interno del comitato promotore: Emma Bonino, intervistata da “La Stampa”, a tre giorni dal voto, attacca proprio il segretario leghista accusandolo di non essersi impegnato a sufficienza nelle settimane scorse a favore dei referendum: “Sono sempre contenta – osserva la storica leader radicale – quando vedo un avversario politico che sostiene le iniziative che hanno riguardato tutta la mia storia politica. È così per l’europeismo. Lo stesso vale sulla giustizia.

Il coinvolgimento di Salvini è arrivato in corsa su un’iniziativa del Partito Radicale, ma, raccolte le firme, sembra ora non gli interessi più la buona giustizia – dice Bonino -. Mi pare sia più interessato a mettere in discussione le scelte di Draghi e a correre in soccorso dell’amico Putin – diciamo che il garantismo e la simpatia per quei regimi dove la libertà dei cittadini è annichilita sono un po’ in contraddizione – e i referendum non siano la priorità”.

Infine, si spegne sul nascere una polemica tra la Lega e Giorgia Meloni. Al centro del dissapore l’ipotesi che la leader FdI potesse disertare le urne perché impegnata, domenica, in un comizio elettorale in Spagna a favore della candidata di Vox alle regionali andaluse. Ma fonti di via della Scrofa prima ricordano i tanti appelli di Meloni ad andare a votare, quindi confermano che l’ex ministro della Gioventù si recherà nel suo seggio romano prima di volare per Marbella.

(di Marcello Campo/ANSA)