Di Maio: “Il blocco russo condanna milioni di persone”

Il mistro degli Esteri Luigi di Maio durante una conferenza stampa.
Il mistro degli Esteri Luigi di Maio durante una conferenza stampa. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – “Dalla Russia ci aspettiamo segnali chiari e concreti, perché bloccare le esportazioni del grano significa tenere in ostaggio e condannare a morte milioni di bambini, donne e uomini lontano dal fronte del conflitto”. Aprendo il Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare, fortemente voluto dalla Farnesina per coinvolgere direttamente alcuni dei Paesi più colpiti dall’emergenza, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio lancia il suo affondo contro Mosca.

“La Russia, usando il cibo come arma di guerra, si sta macchiando di altri crimini, che si aggiungono alle atrocità già commesse sul suolo ucraino e che sono sotto gli occhi di tutti”, ha denunciato. “La fame e l’insicurezza alimentare sono sempre state in cima all’agenda internazionale, ma raramente la scarsità di cibo ha avuto un tale impatto mondiale”, ha spiegato il titolare della Farnesina, ribadendo il sostegno dell’Italia agli sforzi multilaterali “per trovare una soluzione” alla crisi, dall’Onu all’Ue, e “a tutti i tentativi di mediazione”, compreso quello che nelle stesse ore si svolgeva ad Ankara con la visita del ministro degli Esteri di Mosca Serghei Lavrov.

“Ma prima delle parole vogliamo vedere i fatti. Ci aspettiamo fatti concreti dalla Russia rispetto allo sblocco” delle esportazioni di cereali dall’Ucraina, ha aggiunto Di Maio, sottolineando che “le prossime settimane saranno cruciali”. “Una crisi alimentare che già interessava diverse aree del mondo rischia, con la guerra in Ucraina, di degenerare in una crisi alimentare mondiale se non si interviene subito. Una crisi – ha avvertito il ministro – che rischia di produrre conseguenze ancor più devastanti perché rischia di destabilizzare Stati già fragili, di portare nuove guerre, di generare flussi migratori sempre più massicci e difficili da governare”.

Fenomeni di fronte a cui l’Italia rischia di trovarsi in prima fila. Un’emergenza globale per cui è necessario un impegno collettivo e che, secondo il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, “va utilizzata come una chiamata all’azione a breve, ma soprattutto a lungo e medio termine”.

Tra i 24 Paesi invitati, insieme ai rappresentanti di 7 organizzazioni internazionali interessate, anche alcuni tra i più colpiti dalla crisi, come il Libano. “La guerra in Ucraina deve finire subito ad ogni costo, perché il mondo non può sopravvivere con la guerra, anche se locale”, è stato l’appello del ministro degli Esteri Bou Habib, ricordando che il suo Paese sta “affrontando la peggiore e più devastante crisi economica della sua storia”.

Lascia un commento