Boom prezzi materie prime alimentari, aumento del 22,8%

ROMA. – Continua la corsa dei prezzi mondiali delle materie prime alimentari che, eccettuato un calo ad aprile ed una discesa dello 0,6% a maggio, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente segnano un aumento complessivo del 22,8% con il grano che fa registrare a maggio rispetto al mese prima un rialzo del 5,6%. Meno pronunciati, ma sempre con il segno positivo, anche gli aumenti per il riso e per la carne con + 0,6%.

Dati preoccupanti segnala la Coldiretti, che evidenziano gravi carestie e fame nei paesi poveri; inflazione e aumento dell’indigenza alimentare in quelli ricchi. Dal rapporto emerge che i listini dei cereali sono aumentati del 2,2% rispetto ad aprile, guidati dal grano con +56,2% rispetto al 2021.

Diverse le cause alla base dell’impennata, dal divieto di esportazione dell’India, alle preoccupazioni per le condizioni dei raccolti in diversi principali paesi esportatori, nonché alle ridotte prospettive di produzione in Ucraina a causa della guerra.

E proprio oggi la Ue ha lanciato una piattaforma, attraverso la rete Enterprise Europe, per mettere in contatto le imprese europee e ucraina in modo da aumentare la capacità di esportazione dei prodotti agricoli ora bloccati nei porti. I prezzi di maggio scendono per i cereali grezzi del 2,1%, per l’olio vegetale e per i prodotti lattiero-caseari entrambi del 3,5%, come anche per lo zucchero dell’1%.

Per la carne, invece, la crescita è guidata da quella di pollame, che riflette le continue interruzioni della catena di approvvigionamento in Ucraina e i recenti casi di influenza aviaria contro una crescita della domanda in Europa e Medio Oriente.

E proprio oggi la Fao pubblica le prime stime per la produzione di cereali che prevedono una diminuzione in quattro anni di 16 milioni di tonnellate, attestandosi a 2.784 milioni di tonnellate. Il calo maggiore è previsto per il mais, seguito da frumento e riso. In discesa anche i consumi di circa lo 0,1% segnando la prima contrazione in 20 anni. Un trend che secondo la Fao deriva soprattutto dalle diminuzioni per i mangimi di grano, cereali e riso; mentre sono in aumento per i consumi umani al passo con la crescita della popolazione mondiale.

Quanto al commercio mondiale gli scambi sono dati in diminuzione del 2,6% nel 2021/22 a 463 milioni di tonnellate, il minimo degli ultimi tre anni, mentre rimangono positivi per il riso. Nuovi aggiornamenti anche per scorte, dove il rapporto tra stock di cereali e consumo scende al 29,6% nel 2022/23, dal 30,5% nel 2021/2022; il livello più basso degli ultimi 9 anni, ma al di sopra del minimo del 21,4% registrato nel 2007/08. A calare sarà il mais, mentre per il grano dovrebbero aumentare. La Fao ha anche aggiornato le sue stime per la produzione dei cereali nel 2021, in aumento dello 0,9% rispetto all’anno precedente e per il consumo dell’1,1%.

(di Sabina Licci/ANSA)

 

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