Tassi, salari, Ue, criptovalute: il Visco-pensiero

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, durante la presentazione della Relazione annuale della Banca d'Italia a Palazzo Koch, Roma,
Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, durante la presentazione della Relazione annuale della Banca d'Italia a Palazzo Koch, Roma, 31 maggio 2022. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Tassi, crescita e effetti dalla guerra in Ucraina, debito pubblico, salari, rapporti con l’Unione europea e Pnrr: come ogni anno le Considerazioni Finali del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco spaziano su tutti i principali temi di attualità, sui nodi e sulle prospettive della congiuntura nazionale e internazionale. Ecco di seguito i punti cardine intorno ai ai quali ruota il ‘Visco-pensiero’:

CRESCITA: la guerra in Ucraina “ha radicalmente accentuato l’incertezza” e c’é il rischio che si vada incontro alla perdita di due punti di Pil quest’anno e il prossimo. “Non si possono però escludere sviluppi più avversi. Se la guerra dovesse sfociare in interruzione delle forniture di gas russo, il pil potrebbe ridursi nella media del biennio”.

INFLAZIONE: L’inflazione ha toccato “il massimo dall’inizio degli anni Novanta”, con l’aumento dei prezzi delle materie prime importate che rappresenta “una tassa ineludibile”. L’azione pubblica “può ridistribuirne gli effetti tra famiglie, fattori di produzione, generazioni presenti e future; non può annullarne l’impatto d’insieme”.

SALARI: bisogna evitare “una vana rincorsa fra prezzi e salari”. Più opportuni invece “interventi di bilancio di natura temporanea e calibrati con attenzione alle finanze pubbliche” per contenere i rincari delle bollette energetiche e sostenere il reddito delle famiglie. Al momento comunque segnali di “trasmissione delle pressioni dai prezzi alle retribuzioni” non ci si sono.

DEBITO PUBBLICO E SPREAD: il debito pubblico è ancora molto elevato e rappresenta “un elemento di forte vulnerabilità”, per questo l’Italia non deve “abbassare la guardia”. Siamo esposti “ad ampi rischi, inclusi quelli connessi con la volatilità dei mercati”. e lo dimostra anche il recente aumento dello spread. Visco avverte che “il ricorso al debito per finanziare nuovi programmi pubblici – tranne per quanto necessario per fare fronte a situazioni di reale emergenza – va evitato”.

TASSI E POLITICA MONETARIA BCE: “non vi sono più preclusioni all’abbandono della politica di tassi ufficiali negativi”. Nel rialzare i tassi la Bce dovrà comunque “procedere tenendo conto della incerta evoluzione delle prospettive economiche”, con una particolare attenzione “ad assicurare che il processo avvenga in modo ordinato”.

PNRR E RIFORME: il Piano nazionale di ripresa e resilienza costituisce “uno strumento decisivo per affrontare con successo la sfida” del superamento delle debolezze italiane, ma “non esaurisce il novero degli interventi necessari”: vi si aggiungono “importanti riforme da attuare, come quella della tassazione”. Inoltre è necessario assicurare il rispetto delle scadenze concordate.

FISCO: prioritaria risulta una “riforma organica” contro i rischi di attuare interventi singoli e frequenti, da cui derivano incertezza ed un “serio ostacolo all’attività economica”.

SUD: qui “risiede oltre un terzo della popolazione italiana ma si genera poco più di un quarto del prodotto nazionale” e il livello medio del Pil per abitante “è inferiore del 45% a quello del Centro Nord”. Ma grazie agli stanziamenti ingenti previsti anche dal Pnrr “è lecito attendersi un effettivo rilancio dell’economia meridionale” che darà una spinta anche al potenziale produttivo dell’intero paese.

CRIPTOVALUTE: le norme devono tenere conto dell’elevata volatilità di alcune criptovalute usate per fini speculativi e dei diversi gradi di rischiosità fra le monete virtuali. Le criptovalute emesse “a fronte di attività reali o finanziarie”, se adeguatamente regolamentate e emesse da soggetti ben identificati “possono invece mantenere un valore relativamente stabile nel tempo e fornire servizi all’economia”.

RAPPORTI CON UE: “iniziative a livello europeo possono evitare che shock sfavorevoli acuiscano le differenze tra le economie nazionali e i rischi di frammentazione dei mercati finanziari”. In particolare un bilancio comune “svolgerebbe una funzione di stabilizzazione” e “vi sono solide ragioni per avviare anche forme di gestione comune di una parte dei debiti nazionali emessi in passato”.

(di Angelica Folonari/ANSA)

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