Liverpool-Real 3/a finale Champions, nessuno come loro

Cartellone della finale della Champions. Elaborazione. (ANSA)

PARIGI.  – Affacciandosi dalle gradinate più alte dello Stade de France, si punta lo sguardo a est e si scorge Bondy, dove vive la famiglia Mbappé.

Dentro il grande impianto di Saint-Denis, si allena quella che doveva diventare la sua squadra, il Real Madrid. Negli occhi di Karim Benzema, la voglia di portarsi a casa coppa (sarebbe la 14/a volta per gli spagnoli, ormai a distanza siderale dagli inseguitori) e Pallone d’oro, che da quasi sicuro diventerebbe inevitabile.

Di fronte, negli occhi di Mohamed Salah, il ricordo di quel fallo con il quale, al 30′ del primo tempo della finale di 4 anni fa contro il Real (allora si poteva ancora giocare a Kiev) lo spietato Sergio Ramos lo costrinse a uscire in lacrime. I Reds persero poi 3-1 e oggi “Momo” twitta: “abbiamo un risultato da raddrizzare”.

Liverpool e Real Madrid sono alla loro 3/a finale di Champions, nessuno si è sfidato tanto come loro nella partita clou della stagione. Tutti ricordano la seconda, quella di Kiev, pochi la prima, quella del 1981 che si giocò sempre qui a Parigi, al Parco dei Principi: gli inglesi vinsero con un gol di Alan Kennedy e festeggiarono poi in una notte diventata leggendaria al “Moulin Rouge”. Stavolta, di nuovo a Parigi anche se non era previsto: l’Uefa aveva scelto San Pietroburgo ma ha dovuto cambiare in fretta e furia a causa dell’invasione russa in Ucraina.

Oggi, L’Equipe svela i motivi principali di quella scelta: “Ceferin (Aleksander, presidente dell’Uefa, ndr) non voleva che l’incontro si disputasse a Wembley dopo le pressioni esercitate sull’Uefa da Boris Johnson – scrive il quotidiano

sportivo francese – Al contrario aveva particularmente apprezzato che Emmanuel Macron fosse stato il primo presidente ad opporsi al progetto di Superlega”.

Jurgen Klopp è sembrato concentrato e molto determinato alla vigilia: Real “leggermente favorito” per l’esperienza, Thiago Alcantara e Fabinho regolarmente in campo e idee molto chiare sulla guerra: “giocheremo anche per l’Ucraina – ha detto – perché sono certo che in quella terra qualcuno potrà e vorrà guardarci. Sono felice che si giochi a Parigi e non a San Pietroburgo, credo che la Russia capirà il messaggio: la vita continua, anche quando tenti di distruggerla”. C’è stato spazio anche per una polemica, non con il Real ma con il nuovo prato appena sistemato allo Stade de France: “non è una bella notizia, anche se qualcuno deve averlo pensato…”.

Un Carlo Ancelotti più tranquillo e soddisfatto che mai dopo il trionfo nella Liga, accompagna i suoi verso questa sua ennesima finale: “meritiamo di essere qui, lo meritano i giocatori per tutto quello che hanno fatto: se meriteremo anche di vincere, lo dirà il campo domani”.

Ai francesi presenti parla soprattutto del grande protagonista di questa stagione e di questa Champions: “Karim Benzema ha oggi più personalità dentro e fuori dal campo ma la sua qualità non è cambiata, è ancora al top, e neppure la sua umiltà”. Un sorriso che ricorda quello con cui ha festeggiato la vittoria in campionato col sigaro in bocca: “mi sto davvero godendo quest’anno, il periodo con questo club e questi giocatori. Continuo a divertirmi”.

(  di Tullio Giannotti/ANSA)

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