L’Italia accelera sul gas, nuovo mega-accordo con Algeria

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, riceve il presidente della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, Abdelmadjid Teboune.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, riceve il presidente della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, Abdelmadjid Teboune. (Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Tra Italia e Algeria c’è “una amicizia solida”, uno “straordinario partnerariato strategico”, “rapporti eccellenti”. E soprattutto tra le due sponde del Mediterraneo correrà sempre più gas. Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune in Italia in una visita di Stato che, sempre in compagnia del presidente della Repubblica, lo porterà anche a Napoli.

Pochi passi più giù, a palazzo Chigi, il premier Mario Draghi, negli stessi minuti, firmava un nuovo mega-accordo con l’Algeria che rafforza la cooperazione in moltissimi settori tanto da dare corpo alle lodi fatte dal capo dello Stato al suo omologo Tebboune.

“L’Algeria è un partner strategico e noi siamo riconoscenti per l’intensificazione dei rapporti”, ha assicurato Mattarella dal Quirinale dopo un lunghissimo colloquio con il presidente algerino. Ancora più chiaro il premier: “vediamo una serie di opportunità per le societa’ del nostro paese e una grande apertura del presidente algerino per una cooperazione molto più estesa che in passato In effetti sono veramente tanti i campi sui quali Italia ed Algeria si sono impegnati a cooperare.

Ma la guerra russa all’Ucraina e la necessità di diversificare concentra inevitabilmente l’attenzione sull’energia. E da palazzo Chigi viene la notizia di un memorandum d’intesa tra l’Eni e il colosso Sonatrach “per l’accelerazione dello sviluppo di campi a gas in Algeria e alla decarbonizzazione attraverso idrogeno verde. L’accordo, in sostanza, si propone l’obiettivo di esplorare in tempi brevi le opportunità di sviluppo accelerato di alcuni giacimenti già scoperti da Sonatrach.

La nota dell’Eni precisa che i “volumi di produzione gas attesi dalle aree oggetto d’intesa sono pari a circa 3 miliardi di metri cubi l’anno e contribuiranno ad aumentare le capacità di export dell’Algeria verso l’Italia attraverso il gasdotto Transmed”. Che l’Algeria stia diventando un interlocutore privilegiato per l’Italia è ormai chiaro anche vedendo lo scambio di osservazioni sui principali teatri di crisi dell’area mediterranea.

Ad esempio oggi a Roma sono state siglate intese sullo scambio di informazioni finanziario, sulla cooperazione culturale, sulle microimprese e sul turismo. Oltre alle conversazioni tra Mattarella e Tebboune, si nota come a palazzo Chigi fossero presenti diversi ministri del governo come Di Maio, Giovannini, Garavaglia e il Viceministro allo Sviluppo economico Pichetto Fratin. Oltre, naturalmente. all’ad di Eni Descalzi. Ovvio che si guardi anche al futuro e al green e non solo ad una semplice sostituzione di gas russo con quello algerino.

Per questo Mattarella ha insistito sulle rinnovabile come unica strada: il Memorandum prevede infatti la valutazione tecnica ed economica di un progetto pilota di idrogeno verde a Bir Rebaa North (BRN), nel deserto algerino, che ha l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione dell’impianto a gas BRN operato dalla joint venture Sonatrach-Eni GSE.

Mai come oggi le due sponde del Mediterraneo si incontrano, con soddisfazione reciproca. Il perché lo spiega bene lo stesso presidente algerino: “vogliamo “rafforzare la partnership” nel settore energetico con l’Italia per aumentare le forniture e diventare distributore di gas “in Europa”, ha confermato ai media algerini.