Draghi vede orizzonte schiarito: “Il governo è qui per fare”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene al 19° Congresso confederale della Cisl
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene al 19° Congresso confederale della Cisl. (Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Dopo l’intesa sui balneari e sul fisco, Mario Draghi vede un orizzonte “sensibilmente schiarito” sul fronte delle riforme e può rilanciare l’impegno del governo nel “fare quello che serve all’Italia”. Uno sprint che il premier vuole imprimere all’ultima parte della legislatura per far fronte alla crisi e portare a casa tutti i fondi del Pnrr, uno degli obiettivi principali del suo esecutivo.

“Siamo qui per questo, non per stare fermi”, dice al congresso nazionale della Cisl. Dove annuncia anche un calo della pressione fiscale dello 0,4%, la “riduzione più consistente degli ultimi sei anni”. Parole che risuonano – senza esserlo – come una risposta al leader della Lega Matteo Salvini che, dopo l’intesa sulla concorrenza, torna in pressing per la “pace fiscale”. “Senza la pace fiscale si rischia di massacrare gli italiani. Che il governo non si sia ancora occupato del tema mi stupisce”, dichiara Salvini.

Il presidente del Consiglio, rimarca lo sforzo fatto dall’esecutivo per far fronte alla crisi economica e energetica, amplificata dalla guerra in Ucraina: “Con la riforma dell’Irpef abbiamo sostenuto i redditi delle famiglie, soprattutto le più deboli. Questi maggiori trasferimenti valgono a regime quasi 14 miliardi di euro e rendono il nostro sistema fiscale più razionale e progressivo”.

Quindi, ricorda la riduzione dei contributi a carico dei lavoratori per il 2022, decisa per sostenere i salari; l’ampliamento della platea di coloro che possono attingere al bonus sociale per tutelare i cittadini dai rincari energetici; il taglio delle accise sui carburanti; e l’indennità una tantum da 200 euro “per 28 milioni di italiani”.

La parola d’ordine, che dà il nome anche al congresso della Cisl, è “cambiamento”. Una necessità che, secondo Draghi, la guerra tra Russia e Ucraina ha reso ancora più lampante e che richiede unità d’intenti da parte di forze politiche e parti sociali. Così, dopo il complicatissimo accordo sui balneari, che nei giorni scorsi aveva creato forti tensioni nella maggioranza, il premier preannuncia anche l’intesa sulla delega fiscale e può, finalmente, affermare che saranno raggiunti in tempo tutti gli obiettivi del Recovery Plan.

Ostacoli nel percorso parlamentare? “Oggi posso dire di essere molto più sereno – risponde durante una conferenza stampa – La legge sulla concorrenza può andare avanti. Andiamo avanti anche sul fisco. La situazione è più tranquilla dei giorni scorsi”. Parallelamente, rivolgendosi a Cgil, Cisl e Uil, Draghi auspica il rafforzamento dello “spirito di leale e franca collaborazione” con Palazzo Chigi.

“Fin dal suo insediamento, il governo ha cercato, e direi molto spesso trovato, il dialogo con i sindacati” rivendica il premier, citando il “patto Ciampi del 1993 che ha reso l’Italia più forte e competitiva e che ha coniugato crescita economica, tutela dei diritti, difesa dei salari dei lavoratori”. Di fronte al patto sociale, già evocato in passato, i confederali hanno un approccio differente: la Cisl lo auspica da tempo, Cgil e Uil si mostrano più tiepidi chiedendo di partire dai contenuti.

Ma Draghi quando esplicita l’obiettivo di “abbattere la precarietà” e contrastare le morti bianche si rivolge a tutti: “Molto resta ancora da fare, a partire dalla sicurezza dei lavoratori”, afferma, ricordando le persone morte sul lavoro, oltre 1.200 nel solo 2021. “Siamo intervenuti per rafforzare e rendere più partecipato il sistema dei controlli”, ma “potenziare le attività ispettive non basta. Le aziende devono fare attività di formazione, di manutenzione, di prevenzione – scandisce il capo del governo -. È un tema di civiltà”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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