Biden lancia il piano Indo-Pacifico contro la Cina

IL presidente Usa Joe Biden in video conferenza con il presidente cinese Xi Jinping . (ANSA)

PECHINO. – Dal Giappone, seconda tappa della sua visita in Asia, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden alzerà domani il velo sull’Indo-Pacific Economic Framework (Ipef), l’ambizioso piano di investimenti e di rafforzamento dei rapporti commerciali che farà aumentare la presenza di Washington nell’area e getterà le basi del collegamento ‘tra simili’ nell’ottica del contenimento della Cina.

Probabilmente, oltre ai dettagli, sarà fornito un elenco dei partecipanti, ha anticipato il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan nel passaggio da Seul (prima tappa del tour) a Tokyo, chiarendo che Taiwan “non ne farà parte al suo lancio”.

“L’accordo economico del XXI secolo”, come è stato definito con enfasi dalla Casa Bianca, vuole blindare la collaborazione su questioni strategiche che vanno dalla supply chain agli standard per un’economia digitale fino alle infrastrutture. È certa l’adesione dei principali alleati americani, come Giappone e Corea del Sud, ma Taiwan, attore chiave nei microchip, almeno per ora no. Sullivan, sul punto, ha notato che Washington sta “cercando di approfondire la partnership economica” con Taipei, compresi i microprocessori e le catene di approvvigionamento, ma “in primo luogo su base bilaterale”.

La Repubblica popolare considera Taiwan la linea rossa delle relazioni con gli Usa, come ha ribadito in una recente telefonata dai toni schietti con Sullivan il capo della diplomazia del Partito comunista Yang Jiechi, ed è probabile che l’amministrazione Biden, oltre ad evitare di alimentare tensioni, abbia pensato di tener fuori Taipei per attirare la massima presenza delle nazioni del sudest asiatico, molte delle quali hanno stretti legami con la Cina.

Per gli Usa è una prova d’appello per aumentare la presenza economica nella regione dopo il ritiro dal Tpp, l’accordo di partenariato transpacifico voluto dal presidente Barack Obama nel 2017 e liquidato dal suo successore Donald Trump in nome dell’America First. La sicurezza regionale sarà l’agenda principale degli incontri di Biden a Tokyo dopo che l’invasione russa dell’Ucraina ha sollevato preoccupazioni nel mondo sulle autocrazie che tentano di cambiare lo status quo geopolitico con la forza.

Il presidente americano e il premier nipponico Fumio Kishida discuteranno nel summit di lunedì i modi per rafforzare l’alleanza e per scoraggiare la Cina dall’agire nello Stretto di Taiwan. Proprio oggi la prima portaerei cinese Liaoning, con il suo gruppo d’attacco, ha attraversato lo stretto di Miyako, a sud di Okinawa, diretta verso lo Shandong, dopo alcune settimane di esercitazioni nel Pacifico occidentale, strettamente seguite da Giappone e Usa.

Assieme ai cicli di incursioni aeree cinesi nello spazio di difesa a sud di Taiwan, gli esperti di strategia militare hanno letto manovre combinate per testare la capacità di tagliare l’isola dai rifornimenti alleati nel caso di invasione dell’Esercito popolare di liberazione. Per questo, nella loro dichiarazione congiunta, Biden e Kishida indicheranno una politica di cooperazione per “dissuadere e rispondere” alle attività di Pechino nella regione Indo-Pacifica, ha anticipato il Nikkei.

Martedì, infine, Biden e Kishida saranno raggiunti dal leader indiano Narendra Modi e dal neo premier australiano Anthony Albanese, all’esordio di fuoco dopo la vittoria laburista alle elezioni generali di sabato, per il vertice in persona del ‘Quad’, cercando di portare avanti l’impegno per un “Indo-Pacifico libero e aperto”.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)