Monito Ue all’Italia sul Pnrr. Salvini contro l’Europa

Il presidente del Consiglio Mario Draghi e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen
In una foto d'archivio l'ex presidente del Consiglio Mario Draghi e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – L’attuazione del Pnrr per l’Italia è “essenziale”. La Commissione Ue nelle consuete raccomandazioni primaverili invita Roma a mantenere la tabella di marcia delle riforme ferme in Parlamento e chiede interventi in particolare su fisco e catasto. Un monito che guarda in particolare ai partiti, sferzati dal premier Mario Draghi la scorsa settimana proprio su uno snodo cruciale come quello della concorrenza.

E il commissario all’Economia Paolo Gentiloni scende in campo indirettamente a sostegno del governo: in un’intervista a “La Stampa”, infatti, Gentiloni mette in guardia il nostro Paese dai rischi di recessione nel caso di mancata attuazione del Recovery Plan. Un grido di allarme, quello di Bruxelles.

Ma il presidente del Consiglio, lo ha detto più volte in pubblico e lo ha ripetuto ai suoi collaboratori, si dice fiducioso sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati dal Pnrr, nonostante Matteo Salvini non deponga le armi e rivendichi spazi di autonomia rispetto all’Europa nella gestione di tutti i dossier.

Solitamente le raccomandazioni della Commissione Ue rappresentano una sferzata al governo ad agire; nel caso odierno sono dunque più una tirata d’orecchie ai partiti della maggioranza, e in particolare a Lega e Fi, che hanno rallentato l’iter di riforme come il ddl concorrenza e della delega fiscale. Il documento della Commissione Ue, che verrà pubblicato lunedì, è stato anticipato da Repubblica.

Il quadro macroeconomico descritto è quello noto, con una economia globale in frenata, prezzi e tassi in accelerazione. Sebbene il Patto di stabilità non tornerà in vigore nel 2023, ciò non toglie che, ricorda Bruxelles, l’alto debito rende l’Italia un Paese a rischio.

Anche Paolo Gentiloni osserva che la riforma del Patto – molto probabilmente presto congelato anche per tutto il 2023 – verrà incontro all’Italia se il nostro Paese farà i “compiti a casa”, cioè eviterà di aggravare il fardello del debito, “uscendo dalla logica del sostegno universale” e orientandosi a “misure mirate”.

Insomma una promozione delle scelte prudenti di Draghi e Franco, a fronte delle richieste di un nuovo sforamento di bilancio da parte di diversi partiti della maggioranza. Gentiloni ha insistito sul fatto che se non verranno portate a compimento le riforme, l’Italia rischia di perdere i fondi del Recovery, precipitando in recessione.Nelle sue raccomandazioni la Commissione Ue sollecita l’Italia a metter mano alla riforma del catasto (per avvicinare i valori catastali a quelli di mercato) e a tagliare il cuneo fiscale, così da fare arrivare più soldi in tasca ai lavoratori.

Sul primo punto è arrivata subito la replica di Matteo Salvini: “siamo in grado di governarci da soli”, ha detto, come ad invitare l’Ue a non entrare nel dibattito sulla delega fiscale e sul catasto nonché sul ddl concorrenza e sui balneari: “se qualcuno ci chiede di tassare la prima casa si attacca al tram”.Parole che fanno irritare il Dem Antonio Misiani: “chi frena sulle riforme, come Lega e Fi, fa un danno al Paese”.

Anche Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, accusa il leader della Lega di “dire falsità” circa l’intenzione di governo e Ue di alzare le tasse sulla casa. E Federico Fornaro invita Salvini “a mettere nel cassetto la propaganda”. Sul taglio del cuneo fiscale il ministro Andrea Orlando ha osservato che “serve una manovra pluriennale che riguarda tutto il governo, in primo luogo il ministero dell’Economia”; un modo per sollecitare Franco a mettere in cantiere questa riforma con risorse adeguate, che potrebbero essere allocate nella Legge di Bilancio.

E guardava anche la legge di Bilancio la sferzata di giovedì scorso di Draghi, quando ha annunciato la fiducia sul ddl concorrenza. Infatti la manovra sarà ormai a ridosso delle urne e richiederà una gestioni razionale e non elettoralistica. In ogni caso il premier, nelle interlocuzioni con i ministri, si è detto fiducioso della capacità del Paese di tagliare il traguardo.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)