Biden a Buffalo, suprematismo è un veleno, non vincerà

Jill e Joe nel memorial alle vittime della sparatoria a Buffalo. NICHOLAS KAMM / AFP

WASHINGTON.  – Continua la scia di sangue causata dalla violenza della armi e dalle tensioni sociali negli Stati Uniti. Nel giorno in cui il presidente Joe Biden e la first lady Jill hanno incontrato a Buffalo le famiglie delle dieci vittime di un suprematista bianco, una ragazzina di 11 anni è stata freddata da una pallottola vagante nel Bronx, mentre emerge che anche la sparatoria in una chiesa della California era motivata da odio razzista.

“Il suprematismo bianco è un veleno, non c’è posto per questo in America”, ha detto Biden dopo un colloquio di circa due ore con i parenti delle persone uccise dal diciottenne Payton Gendron. Il presidente si è commosso, come Barack Obama nel 2012 dopo la strage nella scuola elementare Sandy Hook, quando ha letto i loro nomi. “Io e Jill sappiamo cosa vuol dire aver perso un pezzo della vostra anima. É un buco nero nel petto che vi soffoca”, ha detto con gli occhi lucidi e la voce rotta dal pianto riferendosi alla morte del figlio Beau.

“Quello che è successo a Buffalo è terrorismo interno. Il male e l’odio non vinceranno”, ha insistito il presidente che da mesi sta subendo pressioni da una parte del partito democratico perché agisca in modo unilaterale per una vera stretta sulle armi. Un ordine esecutivo del presidente per superare la mancanza di numeri al Congresso che la Casa Bianca ora non esclude più.

Fonti dell’amministrazione hanno aperto alla possibilità parlando di un suo eventuale uso “laddove è possibile”, mentre Biden ha insistito che “non riununcerà a convincere il Congresso anche se non sarà facile”. A Buffalo c’era anche il leader dei senatori democratici, Chuck Schumer, che ha scritto una lettera aperta a Rupert Murdoch, il magnate proprietario di Fox news, accusando la rete e il suo popolare conduttore Tucker Carlson di diffondere teorie razziste come quella del “great replacement”, che ha ispirato il suprematista 18enne. Nel suo discorso Biden non ha fatto nomi ma ha attaccato genericamente quei media e i politici che alimentano discorsi d’odio “in nome del potere o del profitto” invitando gli americani a “rifiutare le bugie del suprematismo”.

Intanto continuano ad emergere dettagli inquietanti sull’attentato di Buffalo come il fatto che il killer era stato nel supermercato a marzo e dopo aveva postato un piano dettagliato sulla strage che avrebbe compiuto. Nel documento di quasi 600 pagine il giovane suprematista parlava anche di altri due posti dove “uccidere tutti gli afroamericani” stimando un bilancio di oltre trenta morti. Mentre è emerso che anche dietro la sparatoria in una chiesa della California del sud, nella quale una persona è morta e cinque sono rimaste ferite, ci sono tensioni sociali. Secondo gli inquirenti, infatti, l’uomo arrestato, un immigrato cinese ora cittadino americano, ha agito spinto dall’odio per il popolo di Taiwan e la comunità di taiwanesi locali.

Ma la nuova ondata di violenza negli Usa si manifesta anche in forma di tragica fatalità. L’ultima vittima è una ragazzina di 11 anni nel Bronx. Kyhara Tay si trovava in un centro estetico con un’amica quando è stata colpita all’addome da una pallottola vagante partita da uno scooter e destinata ad un uomo che si trovava su un altro isolato. Nello stesso quartiere di New York, a gennaio una bimba di soli 11 mesi era stata gravemente ferita da un proiettile mentre si trovava in auto con la madre.

(di Benedetta Guerrera/ANSA).

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