Biden rilancia il disgelo con Cuba su voli e rimesse

WASHINGTON.  – Joe Biden rilancia il disgelo con Cuba avviato da Barack Obama e bruscamente interrotto da Donald Trump, che aveva messo in ginocchio l’isola caraibica introducendo ben 243 misure restrittive, di cui oltre 50 durante la pandemia.

Una mossa coraggiosa ma rischiosa, che lo espone a pochi mesi da Midterm alle critiche dei repubblicani e degli esuli cubani (soprattutto in uno Stato chiave come la Florida), all’indomani peraltro di una nuova stretta dell’Avana contro il dissenso: domenica infatti il parlamento ha approvato un nuovo codice penale che punisce le attività politiche su internet, le manifestazioni e il finanziamento straniero di certe iniziative, dieci mesi dopo le inedite rivolte dell’estate 2021 represse dal regime con la violenza.

Nonostante gli appelli di intellettuali, vip della politica e dello spettacolo, il presidente americano mantiene l’embargo economico varato nel 1962, ma apre su voli commerciali, visti, ricongiungimenti familiari, visite di gruppo per incontri educativi, professionali e di ricerca, rimesse individuali e agli imprenditori, quest’ultimi sostenuti anche con una serie di iniziative.

“Oggi gli Usa – ha spiegato il Dipartimento di Stato – prendono una serie di misure per aumentare il sostegno al popolo cubano in linea con gli interessi della nostra sicurezza nazionale. Il popolo cubano sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti e la nostra politica continuerà a concentrarsi sul suo rafforzamento per aiutarlo a creare un futuro libero dalla repressione e dalle sofferenze economiche”.

Quattro le linee di azione. La prima è la reintroduzione del programma di riunificazione familiare e l’incremento dei servizi consolari all’Avana, compreso il rilascio dei visti, anche se la maggioranza delle richieste sarà trattata all’ambasciata Usa in Guyana. La seconda è il disco verde ai voli di linea e chárter oltre alla capitale, nonché ai viaggi di gruppo con certe finalità specifiche. Una mossa che “faciliterà le connessioni educative” tra i due Paesi, nonché il sostegno alla ricerca professionale, compreso “il sostegno all’ampliamento dell’accesso a Internet e alle società che si occupano dei processi di rimessa”, ossia di trasferimento di denaro verso l’estero.

L’amministrazione Biden ha anche deciso di togliere il tetto trimestrale di mille dollari per le rimesse familiari e di autorizzare rimesse non familiari per “sostenere gli imprenditori cubani indipendenti”. Va in questa direzione, infine, l’incoraggiamento di opportunità commerciali al di fuori del settore statale autorizzando l’accesso a tutta una serie di servizi: il cloud, le piattaforme e-commerce, ulteriori opzioni per i pagamenti elettronici e nuove occasioni di business, nonché l’accesso alla microfinanza e alla formazione.

Tiepida la reazione dell’Avana: il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha twittato che si tratta di “un piccolo passo nella giusta direzione” ma ha sottolineato che questo “non modifica l’embargo, l’inclusione fraudolenta di Cuba nella lista dei Paesi che patrocinano il terrorismo, né la maggioranza delle misure coercitive di massima pressione di Trump che ancora colpiscono il popolo cubano”. Il contenuto dell’annuncio americano, ha aggiunto Rodríguez in un altro cinguettio, “conferma che non sono cambiati né gli obiettivi né i principali strumenti della fallita politica degli Stati Uniti contro Cuba”.

Biden si sta muovendo pure per allentare alcune sanzioni economiche al Venezuela per incoraggiare la ripresa delle trattative fra l’opposizione sostenuta dagli Usa e il governo di Nicolas Maduro. Ma la prudenza del presidente, che ha fatto del rispetto dei diritti umani una priorità della sua amministrazione, spiega perché gli Usa non abbiano invitato né Cuba né il Venezuela (oltre al Nicaragua) al Vertice delle Americhe, che si terrà a Los Angeles fra l’8 e il 10 giugno.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA).

Lascia un commento