Fra mura y…gatos!
Addentriamoci ora in luogo magico e nascosto, lontano da occhi qualunque …siete pronti?
Fra la Calle Mayor e la Calle Ramón arriviamo inaspettatamente al Parque dell’Emiro Mohamed I: siamo come sospesi in un luogo senza tempo, poiché secoli e anni di storia sembrano non esser mai passati.
Di fronte a noi la parte verde più periferica del Parque del Oeste ..troppo lontana per attirare adesso la nostra attenzione .
Ci giriamo e cosa vediamo? I resti della Muraglia Araba del IX secolo.
Sapete che questi sono gli unici resti ben visibili nella Capitale? La Muraglia si estendeva per circa 4 ettari a cui si accedeva attraverso le porte di La Vega ( a ovest), Santa Maria (a est) e La Sagra (a nord) andando a costituire l’Almudayna : “ antica cittadella araba” da cui oggi prende il nome l’imponente Cattedrale dell’Almudena.
Oggi gli attuali resti si estendono per 120 metri circa ed é una fortuna immensa poterla osservare, fra edifici antichi e moderni, fra occhi attenti dei turisti più arguti …alla ricerca di una matrice saracena così vivida, quasi sempiterna in tutta la penisola iberica.
Ma … vi é una leggenda, molto importante, che continua fino ai giorni nostri e che fa parte del tessuto sociale, culturale e linguistico della cultura madrilena.
Sapevate che quando il re Alfonso VI nel XII secolo “si lanciò” in modo agile e felpato sulla muraglia per riscattare dal dominio arabo la città, diede origine, all’attuale significato di “gatos madrileño”? Ma cosa significa? Scopriamolo insieme!
Oggi, essere gatos o gatas significa possedere tutti e quattro i nonni della città di Madrid.
Se vi informate non é così facile trovare un madrileno autentico! Chiedete e… fateci sapere!
Nello stesso Parco dell’Emiro trovate grandi gruppi di gatti che scorrazzano allegramente, quasi a simboleggiare un’antica reincarnazione di storia e cultura che si ripete dal XII secolo…
e il tempo sembra essersi fermato …
Ma il tour continua! Siete pronti a saperne di più?
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