Ucraina: arriva terzo decreto invio armi più pesanti

Comunicazioni alla Camera dei Deputati del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.
Comunicazioni alla Camera dei Deputati del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. (Ufficio Stampa e della Comunicazione della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Arriva il terzo decreto con le armi più pesanti da inviare all’Ucraina, che punta alla controffensiva per recuperare territorio ai russi. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, come avvenuto già per i primi due decreti, andrà lunedì prossimo al Copasir per illustrare l’elenco secretato del materiale e degli equipaggiamenti scelti.

Tra le novità, rispetto ai precedenti invii, potrebbero esserci obici, mortai da 120 mm, cingolati M130 per trasporto truppe, veicoli Lince con blindatura anti-mine. Niente droni e sistemi di difesa elettronica, invece. E niente carri armati, ha precisato il sottosegretario Giorgio Mulè.

Quello delle armi è un punto di frizione all’interno della maggioranza con i Cinquestelle sulle barricate mentre il premier Mario Draghi, di ritorno da Washington, dove ha incontrato il presidente Usa, Joe Biden, è intenzionato a proseguire nel sostegno richiesto dal leader ucraino Volodymyr Zelensky.

Le risoluzioni approvate quasi all’unanimità lo scorso 1 marzo dalle Camere autorizzano il Governo fino al 31 dicembre di quest’anno alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Ci sarà quindi a breve il terzo decreto firmato da Guerini con i ministri dell’Economia, Daniele Franco e degli Esteri, Luigi Di Maio.

L’elenco ‘top secret’ con la tipologia, il numero e i costi dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari da cedere è stato elaborato dallo Stato Maggiore della Difesa, che adotta le procedure più rapide per assicurarne la tempestiva consegna. Alla riunione di Ramstein (Germania) dello scorso 26 aprile, alla quale hanno partecipato circa 40 Paesi ‘donatori’, sulla base delle richieste di Kiev, è stato fatto un quadro del contributo che può arrivare da ogni Stato.

Da parte del Governo ci sono valutazioni politiche sul materiale da cedere, che prendono in considerazione la tenuta della maggioranza, ma anche di ordine tecnico, con i vertici militari alle prese con arsenali non certo floridi e la necessità di rinnovare le scorte. Con i primi decreti sono stati inviati missili controcarro Milan, sistemi di difesa aerea Stinger, mortai da 70 mm, mitragliatrici pesanti e leggere, munizionamento di artiglieria, sistemi di comunicazione, dispositivi di protezione individuale, razioni k.

Con la nuova spedizione ci sarà un salto di qualità. La ratio l’ha spiegata la settimana scorsa Guerini alla Camera, che ha parlato di “dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile”, per poi precisare che si tratta di “munizionamenti a cortissimo raggio funzionali al solo scopo difensivo”.

L’identikit porterebbe a mortai da 120 mm, che hanno una gittata fino a 8 km; ci sono poi gli obici da 105 che colpiscono obiettivi fino a 10 km e i cannoni Fh 70, con gittata superiore, fino a 25-30 km. Difficile l’ok ai più sofisticati Pzh 2000 da 155 mm: pochi gli esemplari in dotazione all’esercito italiano. Da considerare, infine, che per utilizzare le nuove armi le forze armate ucraine devono essere adeguatamente formate. E l’Italia, insieme agli altri Paesi, sta partecipando anche a questo sforzo addestrativo.

(di Massimo Nesticò/ANSA)