Fao: difendere foreste, via a 3,6 miliardi tonnellate CO2

Foresta: continua la deforestazione in America Latina e Africa
Deforestazione in Brasile.

ROMA.  – Meno di un terzo della superficie terrestre è coperta da foreste e l’area verde continua a ridursi. Tra il 1990 e il 2020, sono scomparsi 420 milioni di ettari, una superficie grande come l’intera Unione europea. E la deforestazione continua, anche se ha rallentato il ritmo e la dichiarazione di Glasgow del 2021 impegna 140 paesi a fermarla del tutto entro il 2030.

È in questi otto anni che si gioca la sfida per liberare il potenziale delle aree verdi e, secondo il rapporto della Fao “Lo Stato delle foreste”, affrontare così le crisi planetarie multidimensionali, dai cambiamenti climatici alla perdita di biodiversità alle pandemie.

Il primo messaggio del rapporto è che “non può esistere un’ economia sana in un pianeta malato”. Ecco quindi, numeri alla mano, tre strade che vengono indicate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura: l’arresto della deforestazione e la tutela delle foreste; il ripristino di terreni degradati e l’espansione dell’agroforestazione; e l’utilizzo sostenibile delle foreste e la costruzione di catene del valore ecologiche.

Queste tre vie sono da percorrere simultaneamente ma hanno bisogno del triplo delle risorse stanziate ora, entro il 2030, fino a più di 200 miliardi di dollari per la creazione e gestione di foreste. È fondamentali poi il coinvolgimento di piccoli proprietari, comunità locali e popolazioni indigene che possiedono o gestiscono quasi metà dei terreni.

I risultati sarebbero “cruciali”. L’arresto della deforestazione e il mantenimento delle foreste da soli potrebbero evitare di emettere 3,6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente all’anno tra il 2020 e il 2050, circa il 14% di quanto è necessario fino al 2030 per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 °C.

Dal ripristino di 1,5 miliardi di ettari di terreni degradati e dall’aumento della copertura arborea, la produttività agrícola potrebbe aumentare di un altro miliardo di ettari. E tra il 2020 e il 2050, il rimboschimento potrebbe eliminare fino ad altri 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 e all’anno, l’equivalente delle emissioni di 325 milioni di auto a benzina. Infine la costruzione di catene del valore ecologiche aiuterebbe a soddisfare la futura domanda di risorse naturali -il cui consumo è previsto più che raddoppiare tra il 2017 e il 2060 – e promuoverebbe economie sostenibili con maggiori opportunità di lavoro e mezzi di sussistenza più sicuri.

“Questo rapporto illustra i passi attraverso i quali il mondo può perseguire i programmi forestali, una ripresa verde e la transizione verso economie più circolari”, osserva nella prefazione il direttore generale della Fao, Qu Dongyu. “Non c’è tempo da perdere”, aggiunge, “è necessario agire ora per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 °C, ridurre il rischio di futuro pandemie, garantire la sicurezza alimentare e il cibo per tutti, eliminare la povertà, conservare la biodiversità e offrire ai giovani la speranza di un mondo migliore e un futuro migliore per tutti”.

di Chiara Munafò/ANSA).

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