Il Primo Maggio si riprende la piazza, tra festa e protesta

Il tradizionale Concertone a Piazza San Giovanni a Roma. (ANSA)
Il palco del tradizionale Concertone a Piazza San Giovanni a Roma. (ANSA)

ROMA. – Il Primo Maggio si è ripreso la piazza. Da Roma a Taranto, passando per le tante altre manifestazioni organizzate in tutta Italia, dopo due anni di pandemia, la musica e i diritti dei lavoratori, senza dimenticare l’Ucraina, sono tornati a farsi sentire. Tanta, tantissima la gente che si è assiepata nelle piazze.

A Roma, nel pomeriggio, si è resa necessaria la chiusura temporanea degli accessi per raggiunti limiti di capienza (la Questura aveva contato 60mila persone nel perimetro della piazza e altre 90mila fuori). Erano anni che non si vedeva una folla così (“Non ci aspettavamo una risposta di pubblico ed entusiasmo di questo tipo, mai visto la piazza gremita come questa sera negli ultimi 8 anni”, ha detto Massimo Bonelli, Ceo di iCompany, organizzatore e direttore artistico del Concertone).

Dopo lo stop durato due anni, c’era voglia di festa e di condivisione. Forse anche troppa, dato che il rispetto del distanziamento e dell’uso delle mascherine nei luoghi affollati come previsto è stato tutt’altro che rispettato. Tant’è. E se a Taranto, città resiliente per antonomasia, il filo conduttore dell’Uno Maggio Libero e Pensante (i cui direttori artistici sono Michele Riondino, Diodato e Roy Paci e che ha visto alternarsi sul palco tra gli altri Gianni Morandi, Giovanni Truppi, Giovanni Caccamo, The Zen Circus, Margherita Vicario, 99 posse) è stato come sempre orientato a chiedere la chiusura delle fonti inquinanti e a richiamare l’attenzione su vertenze troppo spesso dimenticate, a Roma oltre che di diritti dei lavoratori, di morti bianche e sicurezza sul lavoro, si è parlato anche di donne vittime della furia omicida dei compagni, di ambiente, di body shaming e bullismo.

Ma le piazze non hanno dimenticato ciò che sta succedendo in Ucraina. A Roma, con Ambra padrona di casa che ha indossato una maglia gialla e blu con i colori del Paese martoriato dalla guerra, sono arrivati come simbolici ospiti internazionali i Go_A, gruppo ucraino che l’anno scorso rappresentò il Paese all’Eurovision Song Contest. A loro l’onore e l’onere di aprire la manifestazione cantando Imagine.

“Siamo qui per parlare di Ucraina, di guerra e di pace, perché ne abbiamo bisogno. La gente deve capire che lì vive un popolo meraviglioso che vuole libertà e pace, non la guerra. Ma abbiamo bisogno di proteggere le nostre vite, le nostre case, i nostri bambini e la nostro Paese”.

Marginali le immancabili polemiche, come quella di Fedez che, dopo le accuse di censura dello scorso anno, ha punzecchiato gli organizzatori scrivendo in un post “Avrei voluto essere lì ma credo che il mio invito si sia perso”, a poche ore dall’inizio della lunga maratona musicale (che su Rai3 ha avuto 945mila spettatori con l’8.6% di share nella prima ora dedicata alla presentazione, ancora 945mila spettatori con l’8.2% tra le 16.30 e le 19, e poi 1 milione 667mila spettatori con il 10.4% di share in prima serata quando sul palco di San Giovanni sono arrivati tra gli altri Marco Mengoni – con una delicata versione di Blowin’ in the wind di Bob Dylan -, Carmen Consoli, Rkomi, Tommaso Paradiso).

In chiusura di serata Ambra ha letto il suo messaggio, spacciandolo ironicamente per una poesia, e lo ha salutato. Tra i protagonisti di Roma anche La Rappresentante di Lista, Max Pezzali, Ornella Vanoni (che per sua scelta ha cantato solo un pezzo dedicato alle morti sul lavoro), Coez, la giovanissima Ariete. Oltre agli interventi parlati di Riccardo Iacona, Marco Paolini, Stefano Massini, Giovanna Botteri. E non è mancata l’irrinunciabile Bella Ciao, colonna sonora di ogni Primo Maggio: è arrivata tardi, quasi a tempo scaduto, affidata all’esecuzione dell’Orchestraccia.

(di Claudia Fascia/ANSA)

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