Presidente Mattarella: “Mai più morti assurde sul lavoro”

Il Presidente Sergio Mattarella al termine della visita all’Istituto Salesiano “G. Bearzi”
Il Presidente Sergio Mattarella al termine della visita all’Istituto Salesiano “G. Bearzi”. (Ufficio Stampa Presidenza della Repubblica)

UDINE. – Sceglie una scuola il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per anticipare le celebrazioni del Primo maggio. La stessa scuola che frequentava Lorenzo Parelli, morto a 18 anni dopo essere stato colpito al capo da una putrella durante uno stage in un’azienda di Pavia di Udine. Era il 21 gennaio, l’ultimo giorno del suo percorso duale di scuola e lavoro.

A distanza di tre mesi, oggi i suoi compagni lo hanno ricordato all’Istituto salesiano Bearzi. Un’occasione per ribadire la loro parola d’ordine, ovvero sicurezza sul lavoro a tutti i livelli. Garantirla, ammonisce Mattarella, “è un dovere inderogabile”. “E’ un diritto, una necessità”, scandisce davanti a una palestra gremita, perché non ci siano più “morti assurde sul lavoro”.

Il Primo maggio comincia così nel ricordo di Lorenzo e di “tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale o astratta – puntualizza il Capo dello Stato – ma di un’occasione di richiamo e riflessione alle condizioni del diritto costituzionale al lavoro”.

Un “richiamo” che arriva oggi in concomitanza con l’ennesimo infortunio mortale, avvenuto a Gorgonzola (Milano), dove un operaio è rimasto intrappolato in un tornio industriale. Ieri un 39enne è stato trovato morto nel vano di un ascensore della Farnesina. E, sempre a Roma, due giorni fa un operaio è caduto da un’impalcatura perdendo la vita, mentre versa in gravi condizioni una persona rimasta folgorata durante una manutenzione.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, non ci sta: è “una strage inaccettabile – dice – ormai siamo alla media di tre morti al giorno sul lavoro”. E chiede più investimenti in sicurezza. Mattarella non aveva usato mezzi termini il giorno del suo insediamento: “mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli”, aveva detto in Parlamento.

“Non si debbano più piangere morti assurde sul lavoro”, ribadisce oggi. E lo fa dopo aver abbracciato i genitori e la sorella del giovane, in un incontro privato, e aver dimostrato loro – come riferiscono i parenti – “vicinanza” e “impegno”. “Siamo consapevoli di essere davanti a una tragedia incolmabile – commenta il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga – la presenza del Capo dello Stato è un monito affinché questo impegno” per la sicurezza “non venga mai meno”.

Il futuro sono i giovani, dunque, il cui valore del lavoro, osserva Mattarella, “non può essere associato al rischio”. “Quando si parla di diritto al lavoro spesso non sono i giovani al centro delle preoccupazioni. È un atteggiamento sbagliato”, avverte. “Le risorse del Pnrr sono un’occasione da cogliere anche per modificare squilibri generazionali”.

La crescita duratura del Paese, “richiede e impone che il lavoro cresca, in quantità e qualità”, ma “continuiamo a registrare lavoro irregolare che talvolta varca il limite dello sfruttamento, persino della servitù”. E poi c’è la precarietà, “un problema acuto e una spina nel fianco della coesione sociale”. Eppure oggi “accorciare la distanza tra giovani e lavoro è condizione indispensabile”.

Ed è così che visitando i laboratori del Bearzi e passando tra i banchi il Presidente plaude alla “dimestichezza e padronanza” degli studenti, intenti a imbastire il loro futuro. Un saluto infine anche a un gruppo di ragazzi ucraini, “siete ospiti graditi”, dice Mattarella. “Sono momenti difficili, allarmanti e tristi. Speriamo che il futuro sia al più presto migliore”.

(dell’inviata Alice Fumis/ANSA)

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