Sketchbook, imparare a disegnare con i maestri Disney

Sketchbook: en Disney Chanel

ROMA. – La cosa bella “del lavorare alla Disney è che parte ancora tutto da una matita e un pezzo di carta. Il disegno umano resta l’elemento cardine, anche quando lo fai su degli schermi digitali”. Lo dice all’ANSA Samantha Vilfort, giovane story artist per Encanto e fra i protagonisti di Sketchbook – Come Nasce Un Disegno, docuserie in sei parti arrivata su Disney+. In ogni episodio maestri dell’animazione e nuovi talenti della casa madre di Topolino si raccontano tra arte e viaggi personali, mentre insegnano a disegnare personaggi iconici o nuove star animate.

Gli insegnanti, oltre a Samantha Vilfort, che mostra come realizzare l’adolescente Isabel, sono leggende come Eric Goldberg, ‘maestro’ per il genio di Aladdin, del quale racconta anche il contributo essenziale al personaggio di Robin Williams; Mark Henn, ‘papà’ di Simba nel Re Leone, con cui rinasce l’iconico leoncino, tra ricordi sull’intensità emotiva, legata a proprie esperienze, infusa nelle scene del film; l’animatore e character designer sudcoreano Jin Kim per Capitan Uncino; l’attrice e animatrice Gabby Capili con Kuzko da Le follie dell’imperatore e l’animatrice Hyun Min Lee per una delle sue creature, il pupazzo di neve Olaf da Frozen.

“Abbiamo realizzato vari progetti con Disney – spiega il produttore della serie Jason Sterman – e l’idea qui era elevare il concetto di documentario, esplorare le storie umane di chi lavora con gli studios, ma anche creare una componente attiva per permettere al pubblico di partecipare, attraverso una nuova forma di show nel quale, chi vuole, qualunque sia la sua età, può imparare a disegnare. Volevamo fare un programma per più pubblici diversi, adatto sia a chi vuole limitarsi ad ammirare l’arte ed ascoltare le storie di questi artisti sia a chi vuole seguirli con in mano carta e matita”.

Samantha Vilfort, reduce dall’Oscar per il miglior film d’animazione andato ad Encanto, sottolinea che l’emozione più grande si prova quando un progetto a cui “hai lavorato per anni arriva al pubblico in quei 90 minuti. L’Oscar è importante, ma la cosa fondamentale è il legame che un film crea con il pubblico. Ciò che ti gratifica realmente è sapere che le persone si rivedono in quelle storie o personaggi, che si sono sentiti rappresentati”.

La scelta dei talenti da coinvolgere nella serie “era infinita – aggiunge Sterman – noi ci siamo focalizzati sul dare voce ad artisti con storie personali e background diversi, di differenti età ed etnie che, pur appartenendo a generazioni differenti, hanno portato avanti il loro sogno e sono animati dalla stessa passione. Volevamo che la serie mandasse anche a un messaggio a chi magari nel pubblico spera di realizzare lo stesso sogno”.

Una strada nella quale non bisogna farsi frenare dal timore di non riuscire, spiega Samantha Vilfort, che ha sempre sul suo tavolo da disegno un post-it con scritto sopra ‘nessuna paura’: “Spesso anche in ambienti di lavoro aperti al contributo di tutti come la Disney si può essere presi dal timore di non riuscire, di non essere all’altezza – racconta – . A volte è l’ostacolo più grande da superare, ma quando riesci ad andare oltre comprendi quanto le tue paure fossero infondate”.

(di Francesca Pierleoni/ANSA)

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