Mediterranea, missione di pace nell’Ucraina che brucia

Accoglienza profughi Ucraini da parte della Protezione civile in Stazione Centrale, Milano
Accoglienza profughi Ucraini da parte della Protezione civile in Stazione Centrale, Milano, 16 marzo 2022, ANSA / PAOLO SALMOIRAGO

ROMA. – Portano farmaci, cibo e coperte, là dove l’Europa brucia. Salvano vite umane tra le macerie di un paese, l’Ucraina, devastato da 63 giorni di guerra. Sono i volontari di Mediterranea Saving Humans che domani partono direzione Leopoli, con la terza missione Safe Passage, “la prima carovana ad entrare, di notte, in zona di guerra”, come spiega Gianluca Peciola, volontario della missione.

“Grazie alle missioni precedenti sono state portate in salvo nel nostro Paese 177 persone e sono state consegnate 9 tonnellate di aiuti umanitari, tra farmaci, cibo, generi di prima necessità, vestiti e coperte”. Ancora una volta la missione punta a mettere in salvo più persone possibile, non solo donne e bambini ucraini, ma anche chi non è ucraino e non riesce a scappare, o uomini che non si riconoscono nel proprio genere e vorrebbero lasciare il Paese, nonostante i divieti.

La devastazione della guerra ha colpito infatti anche profughi di altre nazionalità, rifugiati in Ucraina, prima che iniziasse il conflitto con la Russia. Finora grazie a Safe Passage sono stati salvati uomini di sette diverse nazionalità. Un problema, quello degli stranieri bloccati in territorio Ucraino, raccontato anche da Andrea Costa, presidente di Baobab Experience, onlus romana che si occupa di rifugiati e senza dimora, che parallelamente alle missioni di Safe Passage ha condotto un convoglio di tre mezzi diretto prima in Moldavia, al confine con l’Ucraina, per poi andare verso Odessa e Mykolaiv.

“Ci sono arrivate tante richieste di aiuto – spiega – soprattutto da studenti africani e mediorientali che non riuscivano a lasciare il paese. Tessendo rapporti ed instaurando relazioni adesso siamo riusciti a portarli in salvo”. I volontari di Mediterranea hanno accolto anche la richiesta di farmaci arrivata da Kharkiv.

Insieme agli attivisti di Casetta Rossa Spa, spazio sociale autogestito che si trova a Garbatella nel Municipio VIII a Roma, e i volontari di altre associazioni della società civile, “saranno portati al confine con l’Ucraina farmaci per bambini e beni di prima necessità, in gran parte forniti dal Comune di Bologna”, spiega Luciano Ummarino, attivista di Casetta Rossa, che domani sarà in prima fila tra coloro che andranno in Ucraina.

Partiranno mezzi da Roma, dal Veneto, da Milano e da Bologna. La carovana, una volta arrivata a Leopoli, passerà per Kharkiv, ma anche Ternopil e fino ad arrivare a Kiev. Il rientro a Roma è previsto per giovedì 5 maggio, quando toccherà alla Capitale raccogliere la sfida dell’accoglienza. “Anche se i posti iniziano a scarseggiare, adesso dobbiamo essere in grado di accogliere le persone che arriveranno”, sottolinea Andrea Catarci, assessore al Decentramento, alla Partecipazione e Servizi al territorio per la città dei 15 minuti della giunta Gualtieri.

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