Manchester City contro Real, sfide stellari in Champions

L'allenatore Carlo Ancelotti in una foto d'archivio.
L'allenatore Carlo Ancelotti in una foto d'archivio. ANSA/FEDERICO PROIETTI

ROMA.  – Tredici Champions a zero. Vista così, dai numeri, sembrerebbe una semifinale orientata dalla tradizione, ma Carlo Ancelotti sa bene che, nonostante il Benzema stratosferico delle sette reti decisive nelle gare a eliminazioni dirette, il Real Madrid parte lievemente sfavorito nella doppia sfida stellare col Manchester City.

Sarà arduo, quindi, impedire la terza finale inglese degli ultimi quattro anni dato che il Liverpool ha una marcia in più, sulla carta, rispetto al Villarreal. Le coppe europee si avviano all’epilogo con la fase delle semifinali.

Guardiola (31 titoli in panchina) contro Ancelotti (21), Klopp (10) contro Emery (11): le grandi squadre arrivano in fondo alle coppe anche perché hanno allenatori vincenti.

Meno nobili, ma agguerrite, le presenze nelle altre coppe. In Europa League, eliminati strada facendo Barcellona, Porto, Dortmund, si potrebbe profilare una finale tedesca se Lipsia e Francoforte riusciranno a superare, in incontri equilibrati, Rangers e West Ham. In Conference l’unica italiana rimasta,  la Roma di Mourinho (25 titoli), si misura col Leicester.

La vincente si giocherà il primo titolo della nuova manifestazione con Marsiglia o Feyenoord. Guardiola non vince la Champions dal 2011 a Barcellona, poi ci ha provano invano tre anni al Bayern e in cinque al Manchester City, arrivando l’anno scorso alla finale persa col Chelsea.  Quest’anno la sua squadra sembra ancora più compatta, sa anche gestire meglio la fase difensiva, come ha mostrato nella battaglia del ritorno dei quarti a Madrid con l’Atletico.

L’assenza di una punta tradizionale (salvo, in parte, Gabriel Jesus, in attesa del probabile arrivo di Haaland) non inficia la macchina da gol che colpisce con Sterling, Mahrez, De Bruyne, Gundogan, Bernardo Silva, alcuni dei nomi di una rosa sontuosa, ingranaggi che Guardiola mette al servicio dei suoi schemi in continua evoluzione. Diverso il concetto base di Ancelotti che mette a proprio agio i suoi campioni, da cui trae sempre il massimo. É il Real dei veterani Modric e Benzema, che meriterebbe il Pallone d’Oro come il suo compagno, dei super esperti Alaba, Kroos e Casemiro, ma anche del talento Vinicius junior. Tutto aperto quindi, con la prospettiva di due gare memorabili.

La finale Man City-Liverpool sembra la più probabile, e regolerebbe i conti di una sfida infinita. I Reds hanno eliminato i rivali nella semifinale di Fa Cup, ma inseguono forse invano, come nel 2019, i Citizens che in Premier hanno un punto di vantaggio a quattro gare dal termine. Il Liverpool è una macchina da guerra feroce e scintillante che Klopp governa con maestria. A parte l’indolore 0-1 con l’Inter, non perde una gara dal 7 novembre.

Da gennaio si è aggiudicata la Coppa di Lega, ha vinto 20 gare, ne ha pareggiate 4 e ha segnato 56 gol subendone 16. Ma Klopp sa bene che deve diffidare di questo Villarreal sornione che Emery ha portato a vincere l’Europa League, ad eliminare Juventus e Bayern, con una rosa rodata che ha i suoi elementi più importanti in Albiol, Lo Celso, Gerard Moreno.

La Roma, che in Europa va meglio che in Italia visto che ha conquistato tre semifinali negli ultimi cinque anni, affronta in Conference League, il Leicester che il romano e romanista Claudio Ranieri ha portato a trionfare in Premier. É una squadra che vivacchia in patria al nono posto. Del gruppo di Ranieri sono rimasti Schmeichel, Albrighton e soprattutto il goleador Vardy, reduce da un lungo infortunio. Con esperienza di serie A c’è Castagne, a centrocampo emerge il belga Tielemans.

Nell’altra semifinale il Feyenoord sembra avere meno chance del Marsiglia di Milik e degli ex romanisti Gerson, Under e Pau Lopez. Anche in Europa League si  attendono partite in bilico: il Lipsia di Domenico Tedesco, che ha eliminato l’Atalanta e ha elementi di spicco come Dani Olmo, Nkunku e Andre’ Silva, appare favorito sui Rangers, che hanno fatto fuori il Dortmund id Haaland. Il West Ham di Moyes, che l’anno scorso ha sfiorato la Champions, appare più competitivo del Francoforte, che a sorpresa ha però eliminato il Barcellona.

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