Fmi: forte impatto su Europa, Italia rischia recessione

Il commissario europeo dell'Economia, Paolo Gentiloni, ANSA
Il commissario europeo dell'Economia, Paolo Gentiloni, ANSA

WASHINGTON.  – Le maggiori economia europee, incluse l’Italia e la Germania, rischiano a causa della guerra due trimestri consecutivi di crescita negativa, ovvero una recessione.

L’allarme è del Fondo Monetario Internazionale che mette in guardia sulle “severe conseguenze” economiche per l’Europa dell’invasione dell’Ucraina.

“Francia, Germania, Italia e Regno Unito sono previste crescere a malapena o anche contrarsi per due trimestre consecutivi quest’anno”, ma si tratta di una “battuta d’arresto nascosta nelle previsioni di crescita annuali” vista la forte crescita acquisita del 2021, afferma Alfred Kammer, responsabile del Dipartimento Europeo del Fondo.

Una conferma arriva anche dall’Italia: l’Ufficio parlamentare di bilancio, in pratica l’authority dei conti pubblici italiani, ha calcolato che nel primo trimestre la contrazione del Pil sarà dello 0,5%, con un intervallo di variazione che – in attesa del dato dell’Istat che sarà diffuso venerdì prossimo – si attesta tra un pessimo -0,9 e un risicato +0,1%.

Da Washington il Fondo Monetario ha puntato l’indice sulla guerra che ha fatto emergere “nuovi rischi. Quello più preoccupante è un repentino stop dei flussi di energia dalla Russia, che causerebbe significative perdite per molte economie”. La Bundesbank ha calcolato che chiudere i rubinetti al gas russo costerebbe alla Germania 180 miliardi di euro.

Secondo gli esperti di Washington, per l’Europa nel caso di un embargo totale al gas russo, lo scenario sarebbe di un -3% di Pil, più forte per i Paesi maggiormente dipendenti dall’energia russa. L’Italia, come altri particolarmente dipendenti dal gas russo, avrebbe un “impatto più forte” da un inasprimento delle sanzioni che colpisse l’import di energia da Mosca. Tuttavia “stiamo vedendo che si stanno prendendo misure, anche in Italia, sul fronte dell’approvvigionamento energetico” e l’Italia “sta cercando di ridurre la domanda di energia, con misure ad esempio sull’utilizzo di aria condizionata”, spiega Kammer.

“L’economia europea rallenta ma non va in stallo”, ha detto il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis. “Con la guerra ci sarà un rallentamento della crescita in Europa”, gli fa eco il commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni mettendo in evidenza la “straordinaria” risposta “in efficacia e unità” dell’Europa al conflitto. “Abbiamo varato cinque pacchetti di sanzioni e stiamo ragionando su ulteriori passi” che potrebbero prevedere anche l’energia. Il sesto pacchetto – affermano Gentiloni e Dombrovskis – dovrebbe essere approvato entro il mese prossimo.

Su un divieto totale delle importazioni energetiche dalla Russia da parte dell’Europa è cauta il segretario al Tesoro Janet Yellen. Se nel medio termine il Vecchio Continente debe chiaramente ridurre la sua dipendenza dall’energia russa, è anche vero – ha osservato Yellen – che è necessaria “attenzione” su un divieto totale che avrebbe un “impatto dannoso sull’Europa e su altre parti del mondo”. Yellen non cita espressamente gli Stati Uniti ma un deterioramento del quadro economico europeo avrebbe conseguenze sull’economia americana per la quale – ha assicurato – per ora non ci sono rischi di recessione.

Per ridurre la sua dipendenza dall’energia russa l’Europa sta lavorando al RePowerEu, che ha fra i suoi obiettivi “la riduzione di due terzi della dipendenza dal gas e dal petrolio russo entro quest’anno, e l’eliminazione della dipendenza entro il 2027”, ha spiegato Gentiloni osservando  che “con quali risorse” si affrontano queste sfide “sarà un grande tema di discussione che al momento è stato soltanto accennato”.

A chi gli chiedeva la possibilità di un Next Generation Ue energetico, il commissario ha spiegato che la premessa per una simile discussione deve essere la riuscita proprio di Next Generation Ue. “Se funziona sarà possibile una discussione avanzata su ulteriori iniziative. Se invece si accumulano ritardi, e qui il ruolo dell’Italia è fondamentale, sarà molto più difficile chiedere un impegno ulteriore”, ha detto.

L’Italia è stata infatti finora la beneficiaria di un terzo delle risorse allocate e quindi ha un ruolo importante per il funzionamento dell’iniziativa. “Fin qui il governo” italiano “si è mosso con grande impegno”: “l’ultima missione dei nostri uffici ha registrato che i livelli di avanzamento lavori sono soddisfacenti. Tuttavia conoscendo le difficoltà delle amministrazioni so che le difficoltà cresceranno. Quindi l’impegno benvenuto, straordinario ma assolutamente necessario”.