Election day tra Covid e guerra, pronte le norme di sicurezza

La riunione del Consiglio dei Ministri, presieduta dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, collegato da remoto.
La riunione del Consiglio dei Ministri, presieduta dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, collegato da remoto. (Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Domenica 12 giugno si voterà per le amministrative e per i referendum sulla giustizia, un election day molto atteso dalla politica, su cui però incombono le ombre lunghe della pandemia e della guerra. La bozza del decreto che disciplina l’appuntamento elettorale da un lato detta le norme anti-Covid per consentire il voto in sicurezza, dall’altro, “in considerazione della situazione politica internazionale” e dei “rischi connessi alla cybersicurezza”, fa slittare la sperimentazione del voto elettronico al 2023.

Con oltre 75mila contagi in un giorno, il coronavirus morde ancora e il prossimo appuntamento alle urne non può che tenerne conto. Così, vengono stanziati circa 38 milioni per sanificare i seggi in concomitanza con gli appuntamenti elettorali del 2022 e si prevedono sezioni ospedaliere nelle strutture con reparti Covid. Chi è in isolamento potrà votare nel suo Comune, nei seggi ospedalieri o speciali, dopo aver inviato richiesta di voto domiciliare al sindaco tra i 10 e i 5 giorni prima delle elezioni.

Solo per le comunali e circoscrizionali, le sottoscrizioni richieste per la presentazione di liste e candidature saranno ridotte ad un terzo. Lo scrutinio, invece, inizierà dai referendum: quello delle amministrative inizierà alle 14 di lunedì 13 giugno.

Il decreto, atteso in Cdm, alla fine, è stato rinviato alla prossima seduta, a causa dell’assenza della ministra competente, Luciana Lamorgese. La titolare del Viminale avrebbe dovuto partecipare ai lavori in videoconferenza ma non è riuscita a connettersi. A presiedere da remoto, invece è stato il premier Mario Draghi, in quarantena per Covid.

Intanto, le coordinate del decreto sull’election day – salvo aggiustamenti dell’ultimo minuto – sono già nero su bianco. E suscitano polemiche. Il conflitto esploso nel cuore dell’Europa dovrebbe far slittare di un anno l’avvio del voto digitale, una previsione che irrita il presidente della commissione Affari Costituzionali, Giuseppe Brescia (M5s).

Il pentastellato, promotore dell’emendamento alla legge di bilancio 2020 che ha istituito il fondo da 1 milione di euro per la sperimentazione, ora spera in un ripensamento dell’esecutivo ma, in caso contrario, non esita ad annunciare che “la norma che stoppa la sperimentazione del voto elettronico e azzera un lavoro lungo più di due anni” sarà “cancellata in Parlamento. Siamo convinti che la tecnologia possa aiutare la partecipazione al voto di milioni di cittadini che vivono o studiano lontano dal luogo di residenza. Quanto ai rischi sulla sicurezza – evidenzia – noi siamo sempre stati aperti ad ogni soluzione e proprio per questo la sperimentazione prevedeva in prima battuta una simulazione senza valore legale. Fermarla non ha senso”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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