Guerra Ucraina: carenza di cibo minaccia i Paesi più poveri

Allarme carestia. (Foto Kate Holt/UNICEF via AP)

ROMA. – La guerra in Ucraina sta minacciando milioni di persone in tutto il mondo, soprattutto donne e bambini, che saranno presto a rischio di malnutrizione: in particolare nei Paesi a basso reddito, l’impatto potrebbe essere irreversibile e riverberarsi anche sulle generazioni future.

È l’allarme lanciato sulla rivista Nature da un gruppo internazionale di esperti sulla nutrizione del consorzio Standing Together for Nutrition e del Movimento Scaling Up Nutrition. Donne e bambini sono particolarmente vulnerabili al rischio di malnutrizione, in virtù dei loro bisogni nutrizionali elevati. Inoltre, la disuguaglianza di genere e gli squilibri di potere esistenti, che sono spesso esacerbati durante le crisi, diminuiscono la possibilità da parte delle donne di indirizzare le risorse verso se stesse e i propri figli.

Già prima dell’inizio della guerra 276 milioni di persone si trovavano in urgente bisogno di assistenza riguardo al cibo, secondo una stima del Programma Alimentare Mondiale (Wfp) delle Nazioni Unite. Cifra che ora rischia di aumentare ancora, a causa di tre fattori principali: la diminuzione della qualità di alimentazione a causa di aumento dei prezzi e ridotta disponibilità, la riduzione della capacità di intervento dei servizi umanitari, e infine il ricollocamento di parte dei badget attualmente dedicati alla lotta alla malnutrizione, che in molti Paesi potrebbero essere spostati per far fronte a questioni più urgenti nel breve periodo.

“Gli effetti della malnutrizione potrebbero essere meno immediatamente visibili di quelli della fame”, scrivono i ricercatori, “ma, se non trattati, possono essere multigenerazionali e irreversibili”. Un azione non tempestiva si tradurrà “in un aumento delle morti infantili nei prossimi mesi – aggiungono – e, nel lungo termine, una crisi globale di malnutrizione potrebbe avere effetti permanenti sull’istruzione e sulle malattie croniche legate all’alimentazione”.

I ricercatori firmatari dell’appello chiedono la cessazione delle restrizioni commerciali che influiscono sull’accesso al cibo, la messa in atto di misure di protezione sociale specificamente studiate per affrontare la malnutrizione, il rispetto degli impegni economici già assunti in merito, sia nei singoli Paesi che a livello globale, e infine un maggiore investimento in sostegni umanitari.

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