Smart working per i fragili, “presto una soluzione”

Un giovane al lavoro da casa davanti un computer
Un giovane davanti un computer svolge un lavoro da casa. EPA/ERIK S. LESSER

ROMA. – Si lavora ad una soluzione sullo smart working per i lavoratori fragili anche della Pubblica amministrazione, per i quali la proroga fino al 30 giugno era saltata nel cosiddetto decreto riaperture del 24 marzo scorso.

Al 30 giugno, con lo stesso provvedimento, è stato invece prorogato lo smart working semplificato nel settore privato, allungando quindi di tre mesi oltre la fine dello stato di emergenza sanitaria (terminato il 31 marzo) la possibilità di ricorrere al lavoro agile senza la necessità di un accordo individuale.

L’orientamento a sostenere la proroga per i dipendenti pubblici fragili (i lavoratori affetti da patologie gravi, come indicate nel decreto interministeriale di febbraio scorso, e più a rischio in caso di contagio Covid) è stato espresso dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

Nel corso di una audizione presso la Commissione parlamentare per la semplificazione, il ministro ha infatti spiegato di aver già dato parere favorevole agli emendamenti presentati in Parlamento da diverse forze politiche che vanno in questa direzione. Con la proposta di una riformulazione che consenta la proroga al 30 giugno dello smart working con le procedure semplificate per i lavoratori fragili anche nella pubblica amministrazione, in deroga agli accordi individuali, che magari prevedevano il rientro in presenza anche solo per qualche giorno. Per il ministro è una strada che si può percorrere senza oneri aggiuntivi.

É una questione “delicata” che, secondo Brunetta, potrà avere “soluzione nei prossimi giorni”. A marzo, quando la norma non è poi rientrata nel decreto, “ci è stato obiettato un costo di 60 milioni da parte della Ragioneria dello Stato. I 60 milioni non c’erano e quindi non c’è stata la proroga”, ha spiegato il ministro.

Ora “c’è in discussione in Parlamento un pacchetto di emendamenti a cui abbiamo dato parere favorevole, partendo dal presupposto che non serva la copertura di 60 milioni perché la circolare sullo smart working pubblico e privato” del 5 gennaio scorso “consente alle amministrazioni di attribuire ai lavoratori fragili lo smart working senza costi, fruendo della flessibilità prevista dalla stessa circolare. Chi è fragile può  essere collocato in smart working all’interno della flessibilità già prevista senza oneri”, ha rimarcato Brunetta confidando che nei prossimi giorni si troverà “l’equilibrio”.

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