Tribunale, la mamma può fermare digiuno ramadan minorenne

Primo giorno di Ramadan nella moschea di Roma di Monte Antenne, la piu' grande d'Europa, 11 agosto 2010. Pochi i fedeli, atteso un grande flusso durante l'Eid El Fitr, giorno di chiusura del Ramadan.
Primo giorno di Ramadan nella moschea di Roma di Monte Antenne, la piu' grande d'Europa, 11 agosto 2010. Pochi i fedeli, atteso un grande flusso durante l'Eid El Fitr, giorno di chiusura del Ramadan. ANSA/DANILO SCHIAVELLA

ANCONA. – Una madre italiana potrà far interrompere il digiuno legato al ramadan al figlio 13enne, di religione islamica come il padre. perché ritenuto pregiudizievole per il benessere psicofisico e il rendimento scolastico del ragazzo, anche in vista dell’esame di terza media in programma tra poche settimane.

Lo ha stabilito il Tribunale di Ancona, che ha accolto in via d’urgenza il ricorso presentato dagli avvocati Andrea Nobili e Bernardo Becci dello studio Nbbz di Ancona, per conto della madre, cui spetterà la decisione in via esclusiva, salvo modifiche o revoche del provvedimento in una prossima udienza.

Il Tribunale ha fatto riferimento anche alle linee guida per imam e guide religiose che indicano la non obbligatorietà del digiuno per bambini o adolescenti troppo giovani. E se hanno l’età giusta, “l’obbligo è dovuto, salvo che li debiliti, o arrechi loro danni alla salute o al rendimento scolastico”.

“Per quello che ci consta – spiega l’avv. Nobili – è la prima decisione del genere in Italia. E mette al primo posto il benessere psicofisico del ragazzino, in base a principi fondamentali, a partire dalla Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo e la nostra stessa Carta Costituzionale”.

Sullo sfondo la storia di una separazione, dopo un matrimonio civile. I genitori hanno l’affidamento congiunto del figlio, ma il padre vive da tempo all’estero. Secondo la donna, lui avrebbe condizionato il ragazzo a rispettare il digiuno del ramadan, che quest’anno è cominciato il 2 aprile, “in aperto conflitto con la madre”, preoccupata per la salute del ragazzino, si legge nell’istanza presentata dai legali.

I primi giorni di astensione da cibo e bevande per tutta la giornata (e concessi solo dopo le 21) avrebbero avuto immediatamente effetti negativi sulla salute del 13enne. “Il ragazzo si sottopone agli impegni scolastici di studio e di relazione sociale in condizioni di debolezza fisica che ne compromettono seriamente i risultati” scrivono Nobili e Becci. Una impostazione condivisa dal giudice, che ha richiamato appunto le linee guida per imam e guide religiose.

L’anno scorso una circolare della preside dell’Istituto Comprensivo ‘Corrado Olmi’ di Milano, che esentava i ragazzi dal digiuno in orario scolastico, ha suscitato un putiferio tra le famiglie musulmane. Secondo Nobili, già Garante regionale dei diritti dei minori, “va preso atto del fatto che in seno al mondo islamico ci sono posizioni che non impongono il digiuno in determinaste condizioni. Bisogna sempre cercare la strada del dialogo, nessuno mette in discussione la libertà religiosa. Però tutto va bilanciato con il benessere psicofisico del minore che diventa la nostra stella polare”.

Ed è “importante che il Tribunale prenda atto della questione con sensibilità”: la prossima tappa è una nuova udienza, in cui le parti potranno confrontarsi e soprattutto sarà ascoltato il ragazzino, con le cautele del caso, per capire “quanto si tratta di libera scelta e quanto di pressione sociale”.

Quello di Ancona per altro non è l’unico caso di cronaca con al centro il ramadan, un momento di altissima spiritualità per i musulmani, in cui oltre al digiuno, bisogna evitare atti che potrebbero turbare lo spirito e il corpo, come fumare. A Torino due egiziani hanno denunciato alla polizia di essere stati insultati e spintonati per strada da un gruppo di nordafricani, perché fumavano in violazione del ramadan. “Siamo cristiani copti e non musulmani”, si sono difesi i due, che, spaventati, sono stati accompagnati all’ospedale.