Banca centrale russa: in arrivo impatto sanzioni

La borsa di mosca EPA/YURI KOCHETKOV

ROMA.  – Le sanzioni internazionali, dopo aver colpito il mercato finanziario, “avranno ora un impatto più forte” sull’economia russa che dovrà in questi mesi affrontare “dei cambiamenti strutturali” per adattarsi alla nuova realtà.

La governatrice della banca centrale russa, la tecnocrata e rispettata Elvira Nabiullina, pur con il linguaggio tecnico, ha descritto un quadro difficile per l’economia del paese nei prossimi mesi e ha preannunciato un taglio dei tassi anche a costo di lasciare correre l’inflazione che a marzo è già balzata del 17,4% Per Mosca gli analisti internazionali prevedono. A seguito della guerra e delle sanzioni. una caduta del Pil a due cifre, l’ultima è la Banca Mondiale che parla di un -11%..

Parole, quelle della governatrice, che stonano con il quadro fin qui descritto dal Cremlino tanto che dopo qualche ora è arrivato un messaggio più tranquillizzante da parte del presidente Vladimir Putin: l’economia “si sta stabilizzando” così  come l’inflazione, con il rublo che torna ai livelli di prima dell’inizio della guerra in Ucraina. Anzi, ha rilanciato, il “blitzkrieg economico” lanciato dall’Occidente contro la Russia attraverso le sanzioni “è fallito”, mentre le stesse sanzioni stanno già provocando “un declino negli standard di vita” nei Paesi europei. Se necessario, si utilizzerà il bilancio statale per sostenere l’economia ha sottolineato.

Con fama di “falco” nella politica monetaria e guardata con favore dai mercati e analisti occidentali, la Nabiullina è una delle poche donne (e di entia tartara) a ricoprire un’alta carica governativa. A metà marzo, secondo quanto scriveva la Bloomberg, aveva offerto le sue dimissioni, rifiutate però da Putin che l’ha confermata per alrtri cinque anni. Il suo intervento alla Duma (la camera bassa del Parlamento) è il primo articolato e circostanziato dall’invasione dell’Ucraina.

Al netto del possibile default sul pagamento dei titoli di Stato in euro (il periodo di grazia scade il 4 maggio), la Russia sta scontando il blocco di circa metà delle sue riserve da 600 miliardi di dollari non costituite da oro e yuan, ha detto la governatrice  Malgrado dall’invasione della Crimea, il peso del dollaro sul totale delle riserve della banca centrale sia sceso all’11%, l’euro rappresenta infatti più di un terzo oltre a sterline e yen.

E un investimento alternativo delle riserve in valute di riserva non è stato ancora preso, spiega, perchè la lista delle monete liquide “è limitata” e formata proprio dai paesi ostili a Mosca (euro, dollaro, yen etc). E questo nonostante Putin torni a chiedere di “accelerare” il passaggio dal dollaro “al rublo e ad altre monete nazionali” nelle transazioni internazionali.

Per il momento però la Russia, visto il prolugarsi del conflitto e delle misure internazionali, deve fare i conti con una serie di restrizioni all’import e in futuro anche a ulteriori “blocchi al suo export”  (la Ue sta per attuare sanzioni sul petrolio), oltre che abbandondare il controllo dei prezzi.

L’obiettivo di contenere l’inflazione è rimandato al 2024, spiega la governatrice, e si taglieranno i tassi dopo il maxi rialzo all’indomani dell’invasione per trattenere i capitali (dal 9,5 al 20%) forse già nella riunione a fine aprile. Si semplificheranno poi le regole per gli esportatori.

Tutta la struttura economica del paese dovrà riposizionarsi  e i produttori “trovare nuovi partner o passare ai prodotti della precedente generazione” ma questo richiederà del tempo.

E proprio industriali e grandi compagnie stanno cercando un modo, riporta la stampa locale, di evitare il default del paese con soluzioni teniche per pagare i bond in euro attraverso conti dedicati su cui versare i pagamenti oppure far riacquistare i titoli da parte del ministero delle finanze. Una dichiarazione di default quel tipo (che ha già colpito Severstal e le ferrovie russe) porterebbe infatti a conseguenze di lungo termine per l’economia del paese con uno strascico di sequestri di asset in tutto il mondo e cause in tribunale per anni.

(  di Andrea D’Ortenzio/ANSA).

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