Viceministra Sereni: “L’invasione russa non ha cancellato le altre emergenze”

La viceministra Marina Sereni nel corso dell'incontro con la stampa

MADRID – “La mia presenza in questa terza Assemblea dell’Alleanza per il Sahel è la dimostrazione che non ci occupiamo solamente del conflitto in Ucraina. Quella dell’Ucraina è una guerra che si svolge in Europa. È normale, quindi, che sia in cima all’agenda di tutti i paesi europei. Ci mancherebbe altro! L’invasione russa, però, non ha cancellato tutte le altre emergenze”. Lo ha affermato, rispondendo ad una domanda della “Voce”, la viceministra degli Esteri Marina Sereni. Assieme al collega dell’agenzia Ansa, abbiamo conversato con la viceministra Sereni durante una breve pausa dei lavori della “III Assemblea dell’Alleanza per il Sahel”. L’accompagnavano l’Ambasciatore d’Italia in Spagna, Riccardo Guariglia; la responsabile dell’”Ufficio Cooperazione Culturale, Giustizia e Affari Sociali, coordinamento Giudiziario e Scuole, Teodora Danisi; e Paolo Manganelli, dell’Ufficio Stampa della nostra Ambasciata.

– Ad esempio – ha proseguito la viceministra -, restano l’emergenza climatica, quella dell’Afghanistan, la crisi in Venezuela… Dobbiamo guardare l’insieme delle crisi. Il ministro Di Maio ha espresso il nostro sconcerto e la nostra condanna per la decisione dei talebani di chiudere di nuovo le scuole per le bambine e per le ragazze. La guerra in Ucraina non cancella assolutamente gli altri elementi di tensione. Semmai li complica. Come è noto, la Russia di Putin ha un ruolo anche in altre aree del mondo. È evidente che il suo isolamento, dopo l’aggressione all’Ucraina, può comportare conseguenze non positive anche nella discussione e nella gestione di altre crisi.

A Madrid, dove ha partecipato all’Assemblea dell’Alleanza per il Sahel, la ministra ha segnalato che quella promossa dalla Spagna è stata “una riunione molto partecipata”. Ha commentato che tradizionalmente l’evento si organizza in uno dei Paesi dell’area. Se in questa occasione si è ritenuto prudente realizzarla in Spagna “è stato per l’insicurezza e l’instabilità che ha colpito alcune nazioni del Sahel”.

– In questa terza Assemblea dell’Alleanza per il Sahel – ha affermato la viceministra – è stata sottolineata, in primo luogo, l’importanza di avere una presenza coordinata dei donatori, in termini di cooperazione allo sviluppo. Ciò vuol dire moltiplicare gli sforzi e anche, in qualche misura, unire gli sforzi. È positivo, poi, che oggi aderiscano all’Alleanza per il Sahel anche la Svezia, il Canada e gli Stati Uniti. Quindi si aggiungono tre nuovi donatori che fanno già cooperazione nell’area.

Altro aspetto positivo sottolineato dalla viceministra Sereni è stata la consapevolezza che “anche in un quadro di difficoltà dal punto di vista della sicurezza, sia necessario continuare a fare cooperazione allo sviluppo”. A suo avviso, è questa che aiuta a combattere il terrorismo e ogni altro estremismo grazie ad una azione rivolta alle comunità locali.

– Dobbiamo essere presenti – ha aggiunto -. Essere presenti con azioni che riguardino lo sviluppo. Ognuno dei partecipanti ha sottolineato gli aspetti che ha ritenuto più importanti. Noi siamo impegnati in circa 85 progetti per il valore di 156 milioni di euro. Il nostro è un impegno significativo. È necessario occupare questi spazi, non possiamo lasciare un vuoto sul versante della cooperazione.

Solidarietà ed emigrazione

Abbiamo assistito, nelle ultime settimane, ad un’ondata spontanea e, a momenti assai commovente, di solidarietà nei confronti degli ucraini che fuggono dagli orrori della guerra. Donne, bambini, anziani accolti con calore. Sfollati che non riescono a metabolizzare gli orrori vissuti; che forse non riusciranno mai a superare il trauma della guerra. Chiediamo alla viceministra

La viceministra Marina Sereni

Sereni se l’esperienza che vive oggi l’Europa, questa apertura di tutti i paesi ad ospitare le famiglie ucraine, possa servire di base per l’assistenza e l’accoglienza dei migranti extracomunitari. Anche loro fuggono da guerre; anche loro scappano dagli orrori di conflitti interni; anche loro lasciano le proprie case nella speranza di un futuro migliore.

– Noi ce lo auguriamo – ha commentato la viceministra Sereni -. L’Italia ha chiesto per anni che ci fosse una risposta solidale, collettiva dell’Europa alla pressione migratoria, sia quella che viene dal sud sia quella che viene dall’est.

Non ha nascosto che “quello dell’Ucraina è un caso particolare”: è il risultato dell’invasione militare russa. Tuttavia, ha commentato che “per la prima volta, l’Unione Europea ha attivato la direttiva 55 del 2001”. Ovvero, quella che “offre una protezione umanitaria transitoria a queste persone che fuggono dalla guerra”.

– Riteniamo che questa situazione si possa oggettivamente ripetere anche in altre condizioni – ha affermato -. Il paese più colpito, più coinvolto dal flusso dei rifugiati, in questo momento, è la Polonia che non è mai stata particolarmente disponibile a discutere su una risposta solidale dell’Europa. Pensiamo che quanto stia accadendo possa accelerare una riflessione sulla riforma dell’asilo… delle procedure e delle regole per l’asilo e per l’immigrazione a livello europeo. Ho citato, ma non sono stata l’unica – ha precisato -, anche il tema delle conseguenze economiche e sociali della guerra in Ucraina. Una gran parte dei paesi della sponda sud del Mediterraneo ed anche africani, acquistavano grano, fertilizzanti e altre materie dalla Russia e dall’Ucraina. Oggi c’è il rischio di una crisi alimentare molto forte. Dovremmo saper rispondere a questa conseguenza e non aspettare la conclusione della guerra.

 

La strage nel Mali

300 civili giustiziati sommariamente a Moura, piccola località del Mali, ha necessariamente richiamato l’interesse delle nazioni interessate nel Sahel. La strage sarebbe stata perpetrata dall’esercito e dalla milizia russa privata Wagner, proprio quella che si è resa responsabile del massacro di civili a Bucha, località nei pressi di Kiev. È per questo che il collega dell’Ansa ha chiesto informazioni su quanto sta accadendo in Mali e sulla presenza italiana.

La viceministra ha espresso la preoccupazione dell’Italia e assicurato che la sua presenza nel Mali è assai ridotta. Ha poi commentato che, dopo il ritiro del contingente francese ci sarà un riposizionamento, probabilmente nel Niger, dei militari italiani. Ha spiegato che le missioni bilaterali o europee hanno lo scopo di addestrare le forze locali. – Dal momento in cui i francesi se ne vanno, noi non possiamo restare. C’è un punto interrogativo – ha ammesso -: non si capisce quale sia il ruolo dei mercenari russi di Wagner.

Prima di concludere l’incontro, abbiamo chiesto alla viceministra se, gli ottimi rapporti tra Italia e Spagna, posti in evidenza dalla visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal premier Mario Draghi, possano accelerare i tempi per la firma di un accordo sulla doppia cittadinanza tra i due paesi mediterranei.

– È un tema delicato – ha ammesso la viceministra. Gli ha fatto eco l’Ambasciatore Guariglia che ha assicurato che si sta lavorando a livello diplomatico. Non ha negato, comunque, che si tratta di accordi complessi che richiedono tempo.

Mauro Bafile

 

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