Draghi firma il Patto per Napoli, non sprecare Pnrr

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il Sindaco Gaetano Manfredi, alla cerimonia di firma del Patto per Napoli che si è tenuta nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il Sindaco Gaetano Manfredi, alla cerimonia di firma del Patto per Napoli che si è tenuta nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino. (Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio)

NAPOLI. – Forse non è il caso di scomodare il miracolo di San Gennaro, come ha fatto l’artista Lello Esposito nel consegnare al premier Draghi un busto del santo patrono di Napoli, ma è un dato che la firma del patto che destina 1 miliardo e 231 milioni spalmati in venti anni nelle esangui casse del Comune partenopeo dell’evento miracoloso condivide il carattere straordinario.

Tante risorse per Napoli, schiacciata da un debito record, e ora capofila di un piano che ha come primo obiettivo colmare i divari territoriali che Draghi bolla come “ormai insopportabili”. A partire dal reddito pro capite del Mezzogiorno che è poco più della metà di quello del Centro-Nord e dal tasso di disoccupazione che è più del doppio. Tanto da far ammettere al premier, una volta a Napoli, “l’esistenza di una questione meridionale che non può ridursi a sterili rivendicazioni”. Di qui la firma del Patto “il programma di investimenti più significativo nella storia recente del Mezzogiorno”.

La firma con il sindaco Manfredi, all’interno del Maschio Angioino, è stata il fulcro di una giornata che ha visto il premier successivamente spostarsi nel popolare Rione della Sanità, accolto dal parroco don Antonio Loffredo. Qui ha incontrato quindici rifugiati ucraini in fuga dalla guerra, tra cui anche dei bambini ospitati dalle famiglie del Rione, per poi visitare le catacombe di San Gaudioso. Prima di concludere la visita davanti a una pizza.

Nel dettaglio il patto destina 241 milioni di euro al Porto di Napoli, di cui 150 milioni al prolungamento e al rafforzamento della diga Duca d’Aosta. Altre risorse vanno al completamento delle tratte ferroviarie ad alta velocità Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria. Fondi (136 milioni) anche alla zona economica speciale della Campania per migliorare l’efficienza di porti e aree industriali e ulteriori risorse al rafforzamento del trasporto pubblico locale.

Dal premier un monito: “Il Pnrr richiede a tutti noi un salto di qualità nella gestione della spesa. Il piano va completato entro il 2026. Non possiamo lasciare che questi soldi vadano perduti o sprecati, come purtroppo è accaduto in passato ad altri, a molti, fondi europei”. E ovviamente massima sarà l’attenzione rispetto al rischio di infiltrazioni mafiose: “Non le tollereremo” assicura.

L’ex presidente della Banca Centrale Europea cita tra gli intellettuali e gli artisti che hanno fatto la storia di Napoli Benedetto Croce e Matilde Serao, Eduardo De Filippo e Paolo Sorrentino. “La nostra sfida è permettere a Napoli – e a tutto il Mezzogiorno – di mantenere la centralità che merita. Contribuiamo in modo significativo al risanamento dei conti del Comune e leghiamo i pagamenti ad alcuni obiettivi”.

La firma del Patto riceve il plauso dei sindacati che lo definiscono “un segnale importante di attenzione per la città”. “Evitare il dissesto, la svalorizzazione del patrimonio immobiliare e la privatizzazione delle municipalizzate, garantire le condizioni per programmare sono, da oggi – spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil Napoli, Nicola Ricci, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati – obiettivi raggiungibili”.

Fa festa il sindaco Manfredi: “Il Pnrr rappresenta un’occasione unica e irripetibile che richiede una buona capacità di spesa”. “È una bella giornata per Napoli – rimarca il Presidente della Camera Roberto Fico -. L’impegno del sindaco Manfredi e del presidente Draghi è stato decisivo”.

“Il Mezzogiorno che stiamo provando a costruire – gli fa eco il ministro per il Sud Mara Carfagna – è un Mezzogiorno protagonista della ripresa economica e sociale del Paese, un Sud dove le donne non abbiano ostacoli alla loro affermazione professionale e i giovani possano studiare e avere prospettive di vita e di lavoro”.

Non sono mancate le proteste sin dalle prime ore del mattino. Disoccupati, lavoratori della Whirlpool, antimilitaristi: circa duecento persone in tutto che hanno atteso il premier all’ingresso del Maschio Angioino. Cori, striscioni, qualche conseguenza sul traffico ma nessun incidente. Stesso copione al Rione Sanità dove uno sparuto gruppo di contestatori si è rivolto in malo modo al sindaco Manfredi e al presidente della Regione De Luca.

(di Armando Petretta/ANSA)

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