In Italia 70mila profughi ucraini, per loro anche 622 case di mafiosi

Accoglienza profughi Ucraini da parte della Protezione civile in Stazione Centrale, Milano
Accoglienza profughi Ucraini da parte della Protezione civile in Stazione Centrale, Milano, 16 marzo 2022, ANSA / PAOLO SALMOIRAGO

ROMA. – Sfiora ormai i 70mila il numero di profughi ucraini arrivati in Italia dall’inizio della guerra. E per ospitarli il governo ora è pronto a sfruttare anche gli immobili confiscati alle mafie, mentre lavora a meccanismi di redistribuzione degli arrivi tra le Regioni. Il protocollo d’intesa per l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata è stato firmato stamattina.

Come spiega il Viminale, si tratta in tutto di 622 immobili: 234 tra strutture abitative e ricettive che l’Agenzia nazionale per i beni confiscati assegnerà in comodato gratuito e temporaneo alle prefetture, e altri 388 beni già trasferiti agli enti locali ma non ancora usati.

“Il ricorso ai beni confiscati assume anche un forte valore simbolico – ha evidenziato la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese – in quanto i patrimoni sottratti al circuito criminale saranno destinati a chi sfugge dal teatro di guerra, valorizzando le finalità sociali proprie del loro riutilizzo”.

Secondo i dati del ministero sono 69.154 i profughi arrivati finora in Italia dall’Ucraina, di cui 1.269 registrati nelle ultime 24 ore. Le donne sono 35.577; i minorenni 27.311. Le città di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia continuano a essere in prevalenza Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Molti profughi arrivano avendo già dei contatti in Italia, soprattutto con i 236mila ucraini che vivono stabilmente nel nostro paese. Anche per questo la loro distribuzione sul territorio nazionale non è omogenea, ma si concentra in alcune regioni come l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Lazio, che contano “numeri di profughi piuttosto ingenti, con uno stress dei servizi sociali”, sottolinea la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini.

“Per l’accoglienza molti degli sforzi sono sulle spalle dei comuni e delle regioni, e stiamo provando con la ministra Lamorgese anche a capire come si può fare la distribuzione di questi profughi nelle diverse regioni, in modo da non sovraccaricarne alcune”, afferma Gelmini.

“Non è facile perché molti arrivano avendo qua con dei collegamenti, parenti, persone con cui sono in contatto, e quindi non c’è una pianificazione degli ingressi e una distribuzione equilibrata all’interno delle regioni”. Per cercare di mettere ordine negli ingressi, sono partiti per la Polonia e la Slovacchia i team delle associazioni di volontariato di protezione civile attivate dal Dipartimento nazionale per fornire supporto nella gestione dei flussi.

L’obiettivo, informa il Dipartimento, “è garantire la migliore assistenza ai cittadini ucraini che saranno accolti in Italia, grazie al monitoraggio delle partenze verso il nostro Paese e a una prima ricognizione di eventuali esigenze particolari”. Nel frattempo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha proposto di accelerare i tempi delle adozioni per i bambini orfani provenienti dall’Ucraina. “Stiamo lavorando per avanzare una proposta al Parlamento nazionale, per consentire una modifica legislativa e accorciare a quattro mesi i tempi per l’adozione”, ha detto nella sua consueta diretta su Facebook.

“Stanno arrivando centinaia di bambini ucraini, molti sono orfani. Abbiamo migliaia di famiglie che da anni si battono per poter adottare un bimbo. Vorremmo favorire le adozioni”. La proposta è in contrasto con quanto chiesto in settimana dall’associazione Save The Children, e cioè la sospensione temporanea delle adozioni internazionali, per scongiurare il rischio che i tanti minori non accompagnati usciti dall’Ucraina finiscano vittime di trafficanti e nel giro delle adozioni illegali.

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